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Coronaropatia

Coronaropatia: introduzione

La coronaropatia è una condizione medica che può avere conseguenze gravi per la salute. Si tratta di una malattia del sistema cardiovascolare in cui le arterie coronarie, che forniscono sangue al cuore, diventano rigide e si restringono a causa dell’accumulo di grasso, tessuto fibroso o placche.

Queste placche possono indurire ancora di più le pareti delle arterie limitando l’afflusso di sangue e nutrienti necessari al funzionamento corretto del muscolo cardiaco. La mancanza di flusso sanguigno può causare infarti o ictus se non curata adeguatamente.

Ecco perché è importante comprendere i fattori predisponenti alla coronaropatia così da poter prevenirla ed eventualmente affrontare il problema in modalità complementari quando diagnostichiamola tempestivamente nelle persone colpite dalla patologia. Discuteremo qui gli esami diagnostici specifici per identificare la presenza della formazione di placche nelle arterie coronarie e qualcosina su come evitarla!

ATTENZIONE! Quest’articolo è puramente informativo e non si sostituisce in nessun modo ad una visita medica. Quindi seguita a leggere, ma se hai necessità consulta uno specialista!

I sintomi della coronaropatia

I sintomi della coronaropatia possono variare da lievi e intermittenti a gravi e costanti. È più comune negli uomini di 45 anni o più anziani e nei fumatori, ma chiunque può sviluppare la malattia. I primi segni possono essere molto sottili, ma comprendono sintomi come dolore al petto, ansia, palpitazioni e mancanza di fiato. All’inizio, questi sintomi possono essere molto lievi o intermittenti e non associati al cuore, ma con il tempo possono peggiorare.

Negli stadi più avanzati della malattia, lo scompenso cardiaco congestionato (CHF) è un sintomo comune. I sintomi di questo disturbo sono dispnea (mancanza di respiro), gonfiore ai piedi o alle gambe, edema polmonare e insufficienza renale. I pazienti anche soffrono di angina instabile o dolore al petto che ha tendenza ad aumentare con l’esercizio o qualche altra attività fisica e si può attenuare con il riposo.

Il dolore può protrarsi dai pochi minuti a diverse ore ed è descritto come sentire un dolore al petto, costrizione o oppressione. Altri sintomi includono alterazioni nell’elettrocardiogramma (ECG) come aritmia, aritmia ventricolare prematura, blocco del fascio di His e bradiaritmia; nausea; vertigini; affaticamento; mancanza di forza; irrigidimento muscolare; disturbi della funzionalità cardiovascolare; pressione alta o bassa; edema delle membra inferiori; dispnea; Problemi di memoria a breve termine e problemi digestivi.

Se non trattata tempestivamente, la coronaropatia può portare all’insufficienza cardiaca congestizia e all’infarto cardiaco.

Cause e fattori di rischio della coronaropatia

Una coronaropatia è il risultato di un processo complesso che coinvolge diverse cause e fattori di rischio:

Il fumo di tabacco è una delle più importanti fonti di influenzare lo sviluppo di una coronaropatia. I componenti nel fumo di tabacco, come l’acido arsofico, l’acido butirico e l’acido ossalico, provocano danni alle arterie coronariche. Questo aumenta anche il rischio di aterosclerosi, formazione di placche nelle arterie, che possono restringere la loro dimensione.

Altri fattori chiave coinvolti nello sviluppo della malattia coronarica includono l’aumento dei livelli di lipidi nel sangue, come LDL (low density lipoproteins), trigliceridi e colesterolo. Questi grassi possono depositarsi sulla parete delle arterie coronariche, trasformandosi in placche e restringendo l’apertura delle arterie.

Un’alimentazione ricca in grassi saturi e colesterolo può anche aumentare il rischio di aterosclerosi. Un altro fattore di rischio importante è un alto livello di glucosio nel sangue o ipertensione arteriosa. L’iperglicemia può aumentare il rischio di insulino-resistenza e provocare danni alle pareti delle arterie. Questo può aumentare il carico su cuore e vasi sanguigni e facilitare la formazione di placche all’interno del corpo.

Allo stesso modo, l’ipertensione è una condizione in cui la pressione sanguigna è più elevata del normale, contribuendo ad un maggiore rischio coronarico. Inoltre, alcuni farmaci possono causare una scarsa funzionalità delle arterie coronariche come conseguenza della loro assunzione.

I farmaci come gli steroidi anabolizzanti e alcuni antidepressivi possono indebolire le pareti delle arterie e causare accumulo di grassi e aterosclerosi, quindi aumentando le probabilità di sviluppare la malattia. Infine, diversi aspetti della vita possono rappresentare dei fattori di rischio per la malattia coronarica, come lo stile di vita sedentario, l’obesità, lo stress cronico, l’alcool e le lesioni cardiovascolari.

Complicanze della coronaropatia

Le complicanze della coronaropatia sono piuttosto variabili. La più frequente è l’infarto del miocardio, una distruzione irreversibile del muscolo cardiaco causata da una mancanza di ossigeno dovuta a blocchi nella circolazione sanguigna.

Oltre a quanto descritto, esistono anche altre complicanze associate alla coronaropatia che comprendono la malattia aterosclerotica e la cardiomiopatia. L’aterosclerosi è una malattia cronica caratterizzata da un accumulo di placche costituite da colesterolo, grassi saturi e altre particelle all’interno delle arterie coronariche, dove la placca può sporgere nell’arteria indebolendo il tessuto circostante e ristringendola. Se non trattata, l’aterosclerosi può causare un attacco di cuore, sindrome iperlipidica, arteriopatia periferica o infarto.

La cardiomiopatia è un altro tipo di complicanza associata alla coronaropatia. La malattia affligge le cellule muscolari del cuore che non possono contrarsi o rilassarsi in modo ottimale, il che limita in modo significativo la capacità del cuore di pompare sangue. Nei casi più gravi, la cardiomiopatia può condurre a insufficienza cardiaca congestizia (CHF), aritmia e persino morte improvvisa cardiaca.

Altre complicanze della coronaropatia includono la miocardite infiammatoria, una infiammazione del muscoli cardiaci connessa con specifiche malattie infettive, e lo scompenso cardiaco congestizio (CHF). CHF è una malattia reumatica che influisce sulla funzionalità del cuore, portando ad un accumulo di liquido nei tessuti attorno al muscolo cardiaco e in alcuni organi come i polmoni. La miocardite infiammatoria e lo scompenso congestizio possono entrambi essere trattati con farmaci specifici.

Diagnosi coronaropatia

Per avere la diagnosi di coronaropatia è necessario l’utilizzo di vari strumenti, tra cui una visita medica, un esame clinico completo, test di funzionalità cardiaca, radiografie toraciche, ecocardiogrammi, test di stress, angiografia coronarica e tomografia computerizzata (TC). La visita medica è necessaria per identificare i sintomi e la storia clinica. Durante questo appuntamento, il medico può sentire la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e i polmoni.

L’esame clinico consente inoltre al medico di individuare segni o sintomi di malattie cardiovascolari. Il test di funzionalità cardiaca misura la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e l’ossigenazione del sangue durante un esercizio fisico. Le radiografie toraciche mostrano se ci sono segni di malattia coronarica, come emboli o placche. L’ecocardiogramma è un esame che consente di visualizzare le immagini del cuore attraverso l’utilizzo di onde sonore.

Il test di stress è un esame che misura la capacità del cuore di resistere all’esercizio fisico. Durante il test vengono utilizzati farmaci o agenti chimici per aumentare la pressione sanguigna. L’angiografia coronarica utilizza raggi X e contrasto per visualizzare le arterie coronarie. La tomografia computerizzata è un esame che consente di visualizzare le immagini tridimensionali del cuore e delle arterie coronarie. Questi esami sono utili per determinare la presenza, l’estensione e la gravità della malattia coronarica.

Diagnosi insufficienza cardiaca

La diagnosi di insufficienza cardiaca implica la ricerca di un’anamnesi dettagliata e la valutazione dei sintomi fisici. Per quanto riguarda l’anamnesi, i medici cercheranno informazioni circa la storia cardiaca, le precedenti malattie cardiache, tra cui infarto miocardico, insufficienza cardiaca o ipertensione, eventuali fattori di rischio, tra cui obesità, diabete, fumo di sigaretta o abuso di alcol, così come l’assunzione di farmaci e le eventuali infezioni.

Nella maggior parte dei casi, l’insufficienza cardiaca si manifesta con difficoltà respiratorie, polmoniti frequenti, dispnea, edema agli arti inferiori, variazioni nel peso corporeo e nel colore della pelle. I medici possono anche riscontrare un aumento della frequenza cardiaca durante l’esercizio fisico o mentre si svolgono altri compiti.

Di diagnosticare la condizione in modo accurato, i medici utilizzeranno tecniche di imaging tradizionali (ecocardiografia e radiologia), così come test delle urine (per rilevare proteine e nitriti), elettrocardiogramma (per valutare la funzionalità cardiaca) e test del sangue (per misurare gli ormoni del cuore). Se necessario, vengono anche utilizzati altri tests diagnostici come l’angiografia, l’ecocardiogramma transtoracico o transesofageo o l’ecodoppler. Tutte queste tecniche sono di routine nel caso di insufficienza cardiaca e consentono al medico di fare una diagnosi accurata della condizione.

La terapia per la coronaropatia

La terapia per la coronaropatia è un processo complesso che richiede un trattamento di tre citofattori: prevenzione, cura e riabilitazione.

La prevenzione rimane l’obiettivo primario ed i soggetti ad alto rischio devono essere indirizzati verso programmi multidisciplinari che si occupano di prevenzione secondaria. Nel caso in cui la coronaropatia sia già presente, la cura si basa sui farmaci e/o l’utilizzo di interventi chirurgici. Per quanto riguarda i farmaci, le più comuni terapie disponibili sono quelle con i cosiddetti farmaci antiaggreganti piastrinici (inibitori delle prostaglandine, acido acetilsalicilico ed inibitori della trombina).

Questi farmaci sono consigliati soprattutto nella prevenzione secondaria; possono essere utilizzati anche in aggiunta ad altre terapie come gli anticoagulanti o gli antinfiammatori non steroidei. Inoltre possono essere utilizzati farmaci per controllare il colesterolo poco oltre i livelli di rischio assoluto considerati normalmente per la popolazione generale. Questi farmaci possono essere utilizzati anche nel trattamento dell’ipertensione arteriosa o del diabete.

Un’altra terapia efficace comprende l’utilizzo di interventi chirurgici come la coronaroplastica oppure l’angioplastica con impianto di stent. Entrambi questi interventi sono particolarmente utili nella prevenzione delle complicanze della coronaropatia ed in particolar modo nei soggetti con stenosi acuta della coronaria.

La riabilitazione del paziente viene gestita da una squadra multidisciplinare composta da medici, infermieri, dietisti e psicologi. Il programma rieducativo solitamente comprende un passaggio graduale da una dieta restrittiva ad una leggermente più ricca di grassi e carboidrati, unitamente ad esercizio fisico personalizzato ed inizialmente controllato dai sanitari. Durante il programma è importante educare il paziente a stare attento all’assunzione regolare della terapia farmacologica e a monitorare la pressione arteriosa periodicamente per controllare eventuali effetti collaterali.

Pertanto, il programma rieducativo si propone di rendere il paziente più consapevole dello stile di vita che deve tenere per mantenere stabilmente il benessere del suo cuore.

IN CONCLUSIONE

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