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Trigliceridi alti: sintomi e rimedi efficaci

Trigligeridi alti cosa fare

I trigliceridi alti sono un importante indicatore dello stato di salute del nostro corpo e possono essere correlati a disturbi cardiovascolari. Se i tuoi livelli di trigliceridi sono risultati troppo elevati, allora hai bisogno di prendere provvedimenti per abbassarli.

In quest’articolo affronteremo le cause principali dell’aumento dei trigliceridi nel sangue, così come alcuni semplici ma efficaci modelli comportamentali da seguire per ridurre il loro tasso. Ti illustreremo anche cosa fare in caso la dieta ed esercizio fisico non siano sufficientemente produttivi o quando è necessario ricorrere ad altri trattamenti medicamentosi più aggressivi.

Insieme scopriremo che diminuire i trigliceridi può migliorare notevolmente la qualità della vita!

ATTENZIONE! Quest’articolo è puramente informativo e non si sostituisce in nessun modo ad una visita medica. Quindi seguita a leggere, ma se hai necessità consulta uno specialista!

Che cosa sono i trigliceridi?

I trigliceridi sono una forma di grasso presente nel corpo umano. Si tratta di una particolare molecola organica che si forma quando l’organismo non ha abbastanza glucosio per soddisfare le sue necessità energetiche. In questo caso, i trigliceridi sono usati come fonte di energia per le cellule del corpo.

I trigliceridi sono prodotti dal fegato, a partire dalle calorie ingerite con la dieta, sotto forma di acidi grassi e glicerolo. Una volta prodotti, i trigliceridi vengono trasportati e immagazzinati nelle cellule come fonte di energia per l’organismo. Tuttavia, se il consumo di calorie è eccessivo o se una persona è meno attiva, i trigliceridi possono rimanere immagazzinati nel corpo. Questo può portare a un aumento dei livelli di trigliceridi nel sangue, mettendo a rischio la salute.

I trigliceridi alti possono essere un segno di obesità e possono contribuire al rischio di malattie cardiovascolari, arteriosclerosi e diabete di tipo 2. Nell’ambito della prevenzione della salute è quindi importante tenere sotto controllo i livelli di trigliceridi nel sangue. Per farlo, è necessario introdurre un’alimentazione sana ed equilibrata e fare attività fisica regolarmente.

I sintomi dei trigliceridi alti

I trigliceridi alti sono uno dei maggiori fattori di rischio cardiovascolare. Il loro livello elevato nel sangue può essere un segnale di pericolo, per la salute del cuore e dei vasi sanguigni. Per questa ragione, riconoscere i sintomi di trigliceridi alti è un’operazione fondamentale.

Sfortunatamente, questa condizione spesso non manifesta sintomi caratteristici e può essere individuata solo attraverso test del sangue specifici. Tuttavia, alcune persone possono presentare segni precoci di trigliceridi alti, come:

– Aumento di peso: il sovrappeso causa la produzione di zuccheri nel corpo, che può innescare l’aumento dei trigliceridi.

– Dolori muscolari: la dolenzia muscolare, accompagnata da sensazione di debolezza, può essere un sintomo della condizione.

– Prurito intenso: si tratta di un problema cutaneo piuttosto frequente in chi ha i trigliceridi alti.

– Problemi digestivi: gli alti livelli di trigliceridi possono causare stipsi o diarrea.

– Aumento della fame: mangiare costantemente potrebbe essere un campanello d’allarme per trigliceridi alti.

– Colesterolo alto: è spesso associato a trigliceridi alti. È importante riconoscere che i sintomi dei trigliceridi alti possono essere confusi con i sintomi di condizioni simili o comunque correlate.

Per questo motivo, è importante fare un test del sangue per conoscere il livello di trigliceridi nel sangue e fare le opportune valutazioni mediche necessarie per una diagnosi accurata.

Cause dei trigliceridi alti

Uno degli aspetti più importanti nella gestione dei trigliceridi alti nel sangue è riconoscere le cause che contribuiscono al suo aumento. In primo luogo, l’obesità è una delle cause più comuni dei trigliceridi alti ed è in particolare associata al sovrappeso e all’abbondanza di grasso sottocutaneo.

L’accumulo di grasso sottocutaneo provoca un accumulo di grasso nel fegato, che a sua volta può portare ad alti livelli di trigliceridi. Oltre all’obesità, altri fattori di rischio per trigliceridi alti comprendono l’assunzione eccessiva di zuccheri raffinati, un livello di attività fisica insufficiente, abitudini alimentari scorrette, consumo di alcool in eccesso, diabete non controllato, carenza con concentrazioni basse di HDL o “colesterolo buono” e disturbi metabolici come la sindrome metabolica.

Inoltre, le interazioni farmacologiche possono anche contribuire ad un aumento dei trigliceridi. Ad esempio, alcuni farmaci usati per trattare il colesterolo alto, come i fibrati, possono aumentare i livelli di trigliceridi. Inoltre, alcuni antidepressivi triciclici possono anche contribuire all’aumento dei trigliceridi. Inoltre, si ritiene che l’ereditarietà abbia il suo ruolo nell’aumentare i livelli di trigliceridi nel sangue. Si è scoperto che le mutazioni genetiche possono aumentare il rischio di ipertrigliceridemia ereditaria. Anche le mutazioni presenti nella proteina che funge da regolatore dello smaltimento del colesterolo possono avere un ruolo nell’aumentare i trigliceridi.

Infine, un fattore da non sottovalutare è lo stile di vita. La sedentarietà e le mancanze nutrizionali possono portare a un aumento dei trigliceridi nel sangue a causa del consumo eccessivo di grassi saturi e trans. Anche lo stress cronico può contribuire all’aumento dei livelli di trigliceridi poiché può interferire con l’assorbimento di determinati nutrienti fondamentali per la regolazione della funzionalità epatica.

Trigliceridi alti: conseguenze e rischi per la salute

I trigliceridi alti possono rappresentare un importante fattore di rischio per la salute. In linea generale, i livelli di trigliceridi elevati possono aumentare le probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, poiché i trigliceridi alti sono associati a un maggiore rischio di aterosclerosi, ictus e altre malattie cardiovascolari.

Alti livelli di trigliceridi possono anche contribuire ad aumentare il livello di colesterolo cattivo nel sangue (LDL) e ad abbassare quello del colesterolo buono (HDL), alsoir al rischio cardiovascolare. Uno studio recente, condotto da ricercatori presso l’Università del Michigan e pubblicato su Heart ha rivelato che le persone con trigliceridi alti hanno un rischio maggiore di sviluppare una gravissima condizione nota come insufficienza cardiaca.

Secondo gli esperti, era noto che elevati livelli di trigliceridi erano correlati con disturbi cardiovascolari, ma questo particolare studio segnala una chiara e diretta associazione tra trigliceridi alti e insufficienza cardiaca. Inoltre, secondo alcune ricerche, i pazienti con trigliceridi alti hanno più probabilità di sviluppare malattia epatica non alcolica (NASH). Il NASH è una grave forma di malattia epatica causata da cellule epatiche infiammate e grasso all’interno del fegato. Se non monitorata, può portare a cirrosi epatica o insufficienza epatica.

La recente ricerca condotta dalla Mayo Clinic ha anche dimostrato che i trigliceridi alti sono direttamente correlati all’obesità addominale e al diabete di tipo 2. L’obesità addominale è associata a un maggiore rischio di sviluppare malattie croniche come il diabete, ictus, problemi cardiaci, malattie delle vie respiratorie e problemi renali. Pertanto, l’obesità addominale può rappresentare un fattore di rischio importante per la salute.

Per concludere, è particolarmente importante che i pazienti con trigliceridi alti cambino le loro sane abitudini alimentari per abbassare la concentrazione di grassi nel sangue e ridurre il rischio legato alle diverse condizioni legate alla salute. È necessario consumare alimenti con meno grassi saturi e trans, ridurre l’apporto calorico giornaliero mentre si aumentano l’attività fisica e la media dell’apporto calorico giornaliero da fonti ricche di fonti alimentari salutari.

Naturalmente è importante eseguire regolarmente degli esami del sangue per monitorare accuratamente i livelli di trigliceridi nel sangue ed intervenire tempestivamente in caso di risultati alterati.

Alimentazione per ridurre i trigliceridi: cosa non mangiare e cosa sostituire

La dieta per ridurre i trigliceridi alti prevede l’astensione da alcuni cibi ricchi di grassi saturi, ad esempio burro, lardo, strutto e carni grasse. Inoltre, è necessario evitare l’assunzione di alimenti ricchi di grassi trans, come la margarina e alcuni prodotti da forno.

Anche i cibi ricchi di alcol, come vino, birra e superalcolici, vanno evitati perché possono elevare i livelli di trigliceridi nel sangue. Inoltre, le persone con trigliceridi alti dovrebbero evitare di mangiare grassi idrogenati come il burro di arachidi o la maionese.

L’alimentazione corretta prevede inoltre l’eliminazione delle bevande zuccherate, come le bibite gassate, che contengono zucchero raffinato o zuccheri aggiunti. Questi zuccheri aumentano la concentrazione di trigliceridi nel sangue e possono contribuire all’accumulo di grasso nel fegato.

Per sostituire i cibi e le bevande che vanno eliminati dalla dieta per abbassare i trigliceridi ci si può affidare a un nutrizionista che suggerisca alternative più salutari. Ad esempio, si può sostituire il burro con più olio extravergine d’oliva o con margarine prive di grassi trans. Viceversa, si può sostituire lo zucchero raffinato con miele o sciroppo d’agave o evitare le bevande zuccherate sostituendole con tè e acqua aromatizzata con frutta fresca o secca.

Inoltre, un’alimentazione corretta prevede l’introduzione nella dieta di pesce, come salmone o sardine, ricco di omega-3 e acidi grassi polinsaturi che possono abbassare i livelli di trigliceridi nel sangue. Per quanto riguarda i carboidrati, si consiglia l’assunzione di cereali integrali per la loro ricchezza in fibre.

Farmaci per abbassare i trigliceridi

I farmaci per abbassare i trigliceridi sono spesso suddivisi in base al meccanismo d’azione. Possono appartenere a una delle seguenti categorie:

farmaci che agiscono sul metabolismo dei lipidi (farmaci che riducono la produzione di trigliceridi da parte del fegato), farmaci che stimolano l’eliminazione dei trigliceridi attraverso l’urina, farmaci che riducono la capacità dell’intestino di assorbire i trigliceridi ingeriti con cibi ricchi di grassi e grassi sintetici, e farmaci che incrementano l’escrezione biliare.

Gli IPP (inibitori della pompa protonica) come omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo e pantoprazolo sono i farmaci più spesso prescritti per trattare l’ipertrigliceridemia. Sono in grado di inibire la produzione di acido cloridrico da parte delle cellule delle pareti dello stomaco, riducendo così il bio-assorbimento di trigliceridi nell’intestino.

Esistono anche un certo numero di farmaci che aumentano l’escrezione biliare dei trigliceridi. Tali farmaci, conosciuti come resinici, inclusi cholestyramina e colestipolo, sono comunemente utilizzati nella gestione dei pazienti con livelli anormalmente elevati di trigliceridi. Sono sconsigliati a persone con recenti ostruzioni del dotto biliare o problemi renali.

Altri farmaci utilizzati nel trattamento dell’ipertrigliceridemia sono gli omega-3 acidi grassi polinsaturi (PUFA). Tali acidi grassi sono spesso contenuti nell’olio di pesce ed hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. I moltiplicatori di HDL sono anche un trattamento comunemente raccomandato per l’ipertrigliceridemia. Questa classe di farmaci comprende gli statini, che sono utili anche per ridurre i livelli di colesterolo LDL cattivo e prevenire le infezioni cardiovascolari.

Alcune persone hanno segnalato beneficiarne anche da integratori a base di erbe come il cardo mariano e la foglia di olivo.

IN CONCLUSIONE

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Maria Banci - MioDottore.it
Laura Manfredonia - MioDottore.it

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