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Intervento Ernia del Disco, quando è necessario?

Intervento Ernia del Disco: quando e perché operarsi

Come abbiamo ribadito più volte l’ernia del disco, il mal di schiena e la sciatalgia nel 95% dei casi si risolvono molto bene con un approccio conservativo che preveda un percorso di fisioterapia, osteopatia e un ricondizionamento fisico generale.

Ma qualche volta la chirurgia è indispensabile o urgente, allora cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Se non mi conosci io sono Massimiliano Magni, sono un fisioterapista e sono il coFondatore del Network Rihabilita una rete di centri nel Lazio specializzati in Fisioterapia e Osteopatia.

Le nostre strutture dal 2021, per l’alta competenza dei professionisti che collaborano con noi, sono state selezionate dall’Università Sapienza di Roma come sede di tirocinio per gli studenti della facoltà di fisioterapia.

(E’ un onore per noi aiutare a crescere i fisioterapisti del futuro!)

Ma entriamo nel vivo del discorso e vediamo quando è utile pensare di ricorrere alla sala operatoria.

Intervento Ernia del Disco

Nel caso di condizioni definite di “red flags”, ad esempio: un’infezione spinale, un tumore, la sindrome della cauda equina, in tutti questi casi è probabile che il tuo medico ti consigli un intervento chirurgico immediato.

Nel caso di altre condizioni non urgenti, come un’ernia del disco, una stenosi spinale, una frattura da compressione o una spondilolistesi, la chirurgia può essere un’opzione se le misure conservative non forniscono un sollievo adeguato dopo un periodo sufficiente, di solito un minimo di sei settimane.

Nel caso di problemi di compressione nervosa, come un’ernia del disco, il professionista che ti segue dovrebbe avere prove chiare (ad esempio, da una risonanza magnetica) che il disco sta’ comprimendo la radice nervosa che ti fa soffrire.

Se i test diagnostici non rivelano segni  evidenti di pressione su un particolare nervo, la causa del mal di schiena potrebbe risiedere altrove e la chirurgia sarebbe utile.

E purtroppo le scelte chirurgiche azzardate determinano anche i pessimi dati statistici sull’efficacia!

Ascoltami bene…

Fino al 40% degli interventi chirurgici per dolori nella zona lombare fallisce. Tecnicamente si parla di “Fayled Back Surgery Syndrom”

Per non parlare dello scandalo degli interventi alla colonna sollevato qualche tempo fa dal “Corriere della Sera” (pazienti operati in cliniche private non perché necessario ma per usufruire dei rimborsi regionali), ti lascio il link:

SCANDALO INTERVENTI PER IL MAL DI SCHIENA

In ogni caso, al di fuori delle emergenze, la decisione di effettuare un’intervento chirurgico è la tua dopo che avrai considerato tutti i possibili rischi e i benefici.

Più sai, meglio è, perché la chirurgia comporta sempre dei rischi.

Soppesare i rischi e i benefici della chirurgia alla colonna vertebrale

Con qualsiasi intervento chirurgico, anche se molti adesso sono mini invasivi corri il rischio di subire delle complicanze.

Tra le prime le infezione nella zona dell’incisione. La stessa anestesia, se generale, comporta dei rischi, sebbene oggi sia molto più sicura che in passato.

Inoltre, esiste un piccolo rischio di alcune gravi complicanze specifiche dell’intervento chirurgico alla schiena: ad esempio, è possibile subire una lesione nervosa e successivamente provare debolezza, intorpidimento e formicolio alle gambe.

E c’è la possibilità di sanguinare dai grossi vasi che si trovano davanti ai dischi spinali, che possono essere danneggiati durante la procedura.

Potresti avere un’infezione di un disco o dei tessuti adiacenti, richiedendo antibiotici prolungati e talvolta una seconda operazione.

Questi problemi sono molto rari quando un ortopedico o neurochirurgo esperto esegue l’operazione, quindi scegli bene!

Alla luce di quanto detto direi che è evidente che, a meno che tu ti trovi in quelle situazioni estreme in cui la chirurgia è indispensabile, in tutti gli altri casi, e sono la maggior parte, devi soppesare bene se è il caso di finire sotto i ferri!

Come decidere?

Lo so non è facile e la scelta ultima spetta a te, ma ti lascio delle domande che possono aiutarti a capire come comportarti:

  • Hai capito bene da cosa è causato il tuo problema alla schiena?
  • Hai valutato le varie opzioni di trattamento, e le statistiche di successo e fallimento relative a questi trattamenti?
  • Se hai già scelto una struttura nella quale essere seguito hai visto se ci sono testimonianze di pazienti che hanno già ricevuto cure per quel problema?
  • Conosci il probabile decorso della tua situazione alla schiena se non trattata, cosa rischi? Ti puoi permettere di non fare nulla? Puoi provare per qualche mese altro prima di operarti?
  • Ti hanno spiegato con parole comprensibili (il tuo medico non tuo cugino!) i rischi e i benefici dell’intervento chirurgico per il tuo problema alla schiena?
  • Capisci quanto è probabile che l’intervento chirurgico allevi il dolore e riduca la disabilità, e per quanto tempo?
  • Quanto è probabile che tu possa avere una complicazione o aver bisogno di ulteriori interventi chirurgici?
  • Quali sono gli obiettivi che vuoi raggiungere rispetto alla tua problematica?

Dai una risposta sincera a queste domande, se puoi fallo con il tuo medico. Vedrai che ti aiuterà a prendere una decisione più serena.

Intervento Ernia del Disco: entriamo leggermente nei tecnicismi

Più del 90% delle persone con ernia del disco si riprenderà entro pochi mesi senza intervento chirurgico, semplicemente utilizzando misure conservative (Fisioterapia e Osteopatia).

Ma se sei tra l’altro 7/10% la chirurgia è un’opzione da ipotizzare.

Esistono diversi tipi di chirurgia del disco, l’approccio più comune è la discectomia, la rimozione di una porzione di un disco danneggiato che preme sui nervi.

Discectomia standard

Discectomia significa “tagliare il disco”. In realtà non viene rimosso tutto il disco.

In una discectomia standard, il chirurgo pratica un’apertura nel canale spinale tra le lamine adiacenti e quindi rimuove la porzione del disco anormale che sta comprimendo le radici nervose vicine e sta causando il tuo dolore.

Il chirurgo rimuove qualsiasi materiale discale libero cercherà di pulire tutta l’area circostante.

Durante l’intervento il neurochirurgo o l’ortopedico potrebbe integrare la discectomia con procedure ulteriori:

1.Laminotomia o laminectomia.

Con una laminotomia, il chirurgo rimuove una piccola parte dell’osso della lamina. In una laminectomia invece il chirurgo rimuove l’intera lamina.

La rimozione della lamina ingrandisce le dimensione del canale spinale, alleviando così la pressione sui nervi all’interno, e fornisce anche al chirurgo l’accesso alle aree in cui verrà eseguito l’intervento chirurgico.

2.Foraminotomia o foraminectomia.

Queste procedure allargano le aperture attraverso le quali le radici nervose escono dal canale spinale. Una foraminectomia rimuove più osso e tessuto rispetto a una foraminotomia.

DEGENZA DISCECTOMIA STANDARD (Tempi di recupero)

La discectomia standard prevedeva tradizionalmente una degenza ospedaliera di un paio di giorni, seguita in genere da un percorso riabilitativo.

Ma sempre più spesso viene eseguita in regime simil ambulatoriale su pazienti che poi possono tornare a casa lo stesso giorno.

Attenzione Il recupero è graduale e in ogni caso passa attraverso un percorso di riabilitazione adeguato!

Faccio il solito esempio automobilistico per cercare di farmi capire…

Se cambi le gomme alla tua automobile ma non fai equilibratura e convergenza il rischio di consumare velocemente i nuovi pneumatici è molto alto!

Come dire…. Uomo avvisato!

In linea di massima potrai riprendere le normali attività fisiche moderate tra le sei e le otto settimane dopo l’intervento chirurgico, sebbene il programma debba essere adattato in base ai tuoi progressi individuali.

Microdiscectomia

La microdiscectomia è un tipo di discectomia che comporta un’incisione più piccola rispetto alla procedura convenzionale “aperta”.

I suoi vantaggi includono una degenza ospedaliera più breve e un minor rischio di complicanze, come coaguli di sangue postoperatori.

Tuttavia, la microdiscectomia è una procedura tecnicamente più impegnativa e richiede l’uso di uno strumento di ingrandimento per visualizzare il disco e i nervi.

Come tutta la chirurgia spinale, la procedura presenta alcuni rischi, come danni ai nervi e infezioni, ma questi sono molto rari.

La percentuale di successo della microdiscectomia è simile a quella della discectomia standard.

Discectomia percutanea

Questa procedura minimamente invasiva prevede la rimozione di una porzione di un disco danneggiato attraverso uno strumento inserito nella parte posteriore.

Per definizione, la tecnica è meno invasiva della discectomia standard, poiché l’incisione è molto più piccola.

Il chirurgo esegue una piccola incisione nella pelle e nei tessuti sottostanti e inserisce una sonda di circa 2 millimetri di diametro.

Durante la visione su un dispositivo il chirurgo guida la sonda tra le vertebre e precisamente al disco interessato.

Il chirurgo quindi sposta la sonda al centro del disco e utilizza uno strumento che taglia, irriga e aspira per rimuovere parte del contenuto interno (nucleo) e del guscio esterno (anulus fibroso) dal disco erniato.

Questa operazione delicata può ridurre sia la pressione che il volume del materiale all’interno del disco, alleviando così la pressione sulla radice del nervo.

Poiché la procedura prevede solo una piccola incisione e un’anestesia locale, di solito è possibile tornare a casa lo stesso giorno o il successivo.

Purtroppo questa procedura presenta anche sostanziali svantaggi rispetto alla discectomia standard o alla micro-discectomia.

Poiché la radice nervosa compressa rimane nascosta alla vista diretta durante l’operazione, il chirurgo spesso non può essere sicuro che la pressione su di essa sia stata ridotta o eliminata.

Se un po’ del centro del disco dovesse scivolare fuori attraverso il guscio esterno, il chirurgo non ha modo di trovarlo e rimuoverlo.

Un tale pezzo di disco libero può causare dolore. Inoltre, esiste un piccolo rischio di infezione e di danni a nervi, organi e vasi sanguigni nell’area.

ALTRE TECNICHE PERCUTANEE

Discectomia laser.

Invece di rimuovere parte del materiale del disco con uno strumento di taglio, irrigazione e aspirazione, il chirurgo utilizza un laser medico per vaporizzare parte del nucleo.

I benefici, i rischi e le percentuali di successo associati alla discectomia laser sono equivalenti a quelli della discectomia percutanea.

Nucleoplastica.

In questa tecnica, il chirurgo inserisce un piccolo strumento nel nucleo del disco e distrugge una piccola quantità di tessuto del nucleo, riducendo la pressione all’interno del disco.

La nucleoplastica è una tecnica minimamente invasiva che può essere eseguita in regime ambulatoriale, ma non è appropriata per le persone con grave deterioramento del disco.

Esistono altre tecniche mini invasive ma, in quanto fisioterapista mi fermo qui, magari prossimamente faremo scrivere un articolo ancora più esaustivo al nostro Neurochirurgo: Dott. Marzetti

Per Finire: la fusione spinale per malattie del disco

La fusione spinale è un’opzione più controversa e rischiosa per alleviare i sintomi dei dischi danneggiati o malati.

Il chirurgo utilizza materiale osseo o sintetico (come placche, viti e gabbie metalliche) per fondere insieme due o più vertebre e rimuovere il disco degenerato che è presumibilmente responsabile del dolore.

Le vertebre fuse diventano essenzialmente un’unica vertebra.

Sebbene la fusione spinale per il mal di schiena correlato al disco stia diventando più comune, i medici non hanno prove evidenti dagli studi clinici che consentano loro di prevedere chi può davvero beneficiare di questo intervento chirurgico. (Ricordi lo scandalo di cui ti parlavo prima?!)

Allo stesso tempo, le complicazioni dovute alle fusioni spinali fallite possono essere gravi.

Potrebbe essere saggio assicurarsi di esaurire tutte le altre opzioni, inclusa la riabilitazione intensiva della schiena, prima di sottoporsi a questo intervento chirurgico.

Intervento Chirurgico Ernia del Disco: Riassumiamo!

La chirurgia mini invasiva o super invasiva comporta sempre dei rischi.

Ora se ti trovi in una delle situazioni che abbiamo definito Red Flags devi operarti, c’è poco da aggiungere. In alcuni di questi casi si parla di vivere o morire, o di rimanere disabili.

Ma nei casi in cui la chirurgia è un’opzione tra le tante ti consiglio di aspettare e di tentare con un approccio conservativo che ti aiuti a stare bene senza ricorrere alla sala operatoria.

Noi del Network Rihabilita abbiamo ideato SOLUZIONE MAL DI SCHIENA, è il nostro percorso di cura specifico per persone tra i 30 e i 60 anni che vogliono recuperare la loro salute in modo naturale senza chirurgia e senza abuso di farmaci.

Per saperne di più ti lascio il link, ci sono anche le testimonianze video dei nostri pazienti:

www.soluzionemaldischiena.it

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