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PLAGIOCEFALIA NEONATO: COSA FARE?

Hai la sensazione che il tuo bimbo che ha pochi mesi di vita abbia una forma del capo non proprio tonda e regolare? Potrebbe essere affetto da Plagiocefalia del Neonato, vediamo insieme di cosa si tratta..

PLAGIOCEFALIA: DEFINIZIONE

Sempre più spesso molti genitori si chiedono come mai alla nascita, o nei primi mesi di vita, il loro bambino presenta una forma del cranio irregolare, piatta o non perfettamente tondeggiante.

Fino a qualche tempo fa queste alterazioni della simmetria del cranio venivano trascurate, perché considerate poco rilevanti. In alcuni casi sono talmente minime da rendere il pediatra l’unico ad accorgersene, in altri sono invece estremamente marcate ed evidenti.

Per plagiocefalia intendiamo una distorsione nella formazione e nello sviluppo delle ossa craniche tali da renderle alterate nella forma.

Questo incide ovviamente sull’estetica del cranio ma, cosa ancor più importante, sulla funzione di alcune strutture ad esso collegate: occhi, bocca, denti, orecchie e colonna vertebrale, per citarne alcune.

Senza addentrarci troppo nelle specifiche delle varie tipologie di plagiocefalia, possiamo descriverne principalmente una di tipo “funzionale”, di interesse osteopatico, e una di tipo “sinostotica”, di cui si accorge più comunemente il pediatra ed è principalmente di interesse medico-chirurgico.

Quest’ultima rappresenta un’ossificazione precoce delle articolazioni tra le ossa craniche, che se non risolta impedirebbe la crescita del cranio e del suo contenuto.

QUALI SONO LE CAUSE DI UNA PLAGIOCEFALIA “FUNZIONALE”?

Anche qui faremo una piccola distinzione tra le plagiocefalie legate a cause primarie e secondarie.

Tra le cause di palgiocefalia primaria abbiamo: parti prematuri, in cui le ossa craniche sono ancora più morbide e malleabili rispetto ad un bambino nato a termine; posizioni intrauterine anomale del feto, qui c’è poca mobilità come nei parti gemellari, casi di feto molto grande, condizioni in cui c’è poco liquido amniotico o ancora a causa di fibromi uterini o forti tensioni nella zona pelvica della mamma; altre cause possono essere parti difficoltosi, travaglio molto lungo, utilizzo di forcipe, ventosa, come anche dell’ossitocina.

Tra le cause secondarie più comuni abbiamo: posizioni viziate durante il sonno nei primi mesi di vita, come mantenimento della posizione supina oppure una rotazione della testa sempre dallo stesso lato; casi di torcicollo miogeno o stress meccanici insorti nel periodo postnatale.

 

PLAGIOCEFALIA: LE CONSEGUENZE

Più volte leggerete e ci sentirete parlare di come l’osteopatia sia anche una forma di prevenzione e di come il lavoro con neonati e bambini ne sia l’emblema.

Non è difficile immaginare insieme tutte le possibili conseguenze che possono accompagnare la crescita di un cranio con morfologia alterata:

  1. Problematiche di suzione e allattamento bilaterale
  2. Bambini che spesso fanno fatica a girare o mantenere il capo da entrambi i lati
  3. Disturbi del sonno
  4. Irritabilità
  5. Disturbi all’apparato uditivo,
  6. Disturbi all’apparato visivo,
  7. Problematiche a livello occlusale, masticatorio e di morfologia dentale, che si renderanno manifeste durante la crescita.
  8. La morfologia del cranio è ciò che influenza maggiormente lo sviluppo di tutta la colonna vertebrale, parliamo quindi dei casi di torcicollo nel neonato come di scoliosi e rotoscoliosi durante lo sviluppo.

 

 “La struttura determina la funzione, la funzione modifica la struttura”, l’estetica è importante ma la funzione corretta rappresenta l’obiettivo principale.

In relazione a questo dobbiamo considerare le difficoltà nel raggiungere le tappe motorie del piccolo: mantenimento della posizione del capo, della posizione prona, seduta e il gattonamento.

 

PLAGIOCEFALIA RIMEDI

Ad oggi l’osteopatia rappresenta l’approccio più indicato per il trattamento della plagiocefalia, sempre più pediatri la consigliano come terapia primaria e molto più naturale rispetto all’utilizzo dell’elmetto correttivo.

Le ossa del cranio dei neonati sono estremamente morbide ed adattabili, motivo per il quale vanno incontro a deformazione in risposta ad alcuni stress compressivi ripetuti nel tempo.

Tramite un approccio dolce e gentile sulle ossa e sulle suture craniche, le tecniche osteopatiche sfruttano la medesima caratteristica per portare a un progressivo rimodellamento.

E’ importante sottolineare come non si tratti di nulla di invasivo e di come non ci siano controindicazioni.

Ciò che si attiva durante il trattamento comporta un aumento di mobilità delle suture tali da poter garantire alle ossa una libertà di espansione nella crescita ed evitare che rimangano in una posizione “viziata”.

QUANDO BISOGNA INIZIARE IL PERCORSO DI TRATTAMENTO? QUALI SONO I TEMPI?

Ancora oggi si cade nell’errore di pensare che la plagioceflia vada incontro a risoluzione autonoma col passare dei mesi, ma nella maggior parte dei casi non è affatto così.

Come per qualunque altra condizione di disagio il momento migliore per iniziare il trattamento è il prima possibile. L’ideale sarebbe non andare oltre i 6 mesi per sfruttare le maggiori capacità di adattamento del cranio, come per esempio l’apertura delle fontanelle.

Detto ciò si ottengono ottimi risultati anche in bambini con qualche mese in più, bisogna però ipotizzare delle differenze nelle modifiche o nelle tempistiche.

Anche per questo diventa complicato generalizzare sui tempi di trattamento, dipende dalla tipologia, dall’età e dalla condizione del bambino. La frequenza dei trattamenti non è elevata, bensì vanno controllati i cambiamenti e la risposta al trattamento nei mesi che seguono la prima visita.

Elemento fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo sarà la collaborazione dei genitori, che avranno il compito di eseguire qualche semplice esercizio e mettere in pratica alcuni consigli che non solo aiuteranno nella risoluzione ma garantiranno al bambino uno sviluppo motorio molto più fisiologico.