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SINDROME DEL TUNNEL CARPALE, GUARIRE SENZA INTERVENTO CHIRURGICO

Tunnel Carpale: rimedi naturali

– TI HANNO DIAGNOSTICATO LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE?

– VUOI SAPERE QUALE E’ LA SOLUZIONE MIGLIORE AL TUO PROBLEMA?

– TI PIACEREBBE EVITARE L’INTERVENTO CHIRURGICO?

Allora questo articolo fa per te, LEGGILO ATTENTAMENTE

Stai per conoscere i sintomi, la diagnosi e le cure più efficaci per risolvere al meglio la SINDROME DEL TUNNEL CARPALE una patologia che affligge migliaia di Italiani.

Ma soprattutto stai per scoprire IL METODO NO SURGERY:

L’UNICO metodo naturale per guarire senza ricorrere al bisturi!!!

LA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE: DEFINIZIONE

La Sindrome del Tunnel Carpale è il più frequente disturbo di compressione nervosa dell’arto superiore.

Ne soffre l’1% della popolazione generale e il 5% dei lavoratori.

La fonte principale di questa patologia è una discrepanza tra il contenente, il tunnel carpale, e il contenuto, ovvero i 9 tendini flessori della mano e il nervo mediano.

Ossia tra il polso e la mano c’è un tunnel vero e proprio nel quale passano tendini, legamenti e nervi.

Alcune volte l’ispessimento dei tendini, causato dal lavoro o movimenti ripetuti (es: lavorare a maglia) comprime il nervo mediano che inizia a soffrire.

L’ incidenza nel sesso maschile è di 1,39 nuovi caso ogni anno, mentre è sicuramente più elevata nel sesso femminile con 5,06 nuovi/caso all’anno.

I SINTOMI DELLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

I sintomi più frequenti in questa patologia sono:

  • intorpidimento, dolore e formicolio della mano nella zona delle prime tre dita e metà del quarto, con un aumento dei sintomi durante la notte.
  • Si possono avvertire sensazioni di scosse elettriche nel pollice o nell’indice e dolore che si diffonde nel braccio fino ad arrivare alla spalla.
  • Molto spesso si arriva ad avere difficoltà nelle attività di vita quotidiana come avvitare una bottiglia o sollevare oggetti che tendono a cadere dalle mani.

DIAGNOSI

La diagnosi di Sindrome del Tunnel Carpale è affidata sia alla clinica medica che confermata attraverso esami diagnostici, in primis l’ELETTROMIOGRAFIA.

Un professionista sanitario valido che ascolta il vostro racconto vi sottoporrà ad almeno 2 test:

  • SEGNO DI TINEL: una percussione del nervo che produce dolore e il classico addormentamento
  • MANOVRA DI PHALEN: si tiene il polso piegato per circa 1 minuto e se compaiono i sintomi il test è positivo.

Se i due test sono positivi verrete indirizzati all’esame elettromiografico con il quale si capirà lo stato di sofferenza del nervo

A questo punto ti devi operare?

Ancora no, LEGGI BENE IL PROSSIMO PARAGRAFO!!!

 

L’INTERVENTO CHIRURGICO

L’intervento chirurgico consiste nella RESEZIONE DEL LEGAMENTO TRASVERSO DEL CARPO:

l’obiettivo è quello di aumentare il volume del tunnel carpale e quindi diminuire la compressione sul NERVO MEDIANO.

Questo approccio rimane quello di elezione quando ci troviamo di fronte ad uno stato avanzato di denervazione.

Quali sono però i rischi e gli inconvenienti dell’intervento chirurgico?

  1. Il primo rischio, cosa rara, è che si può andare incontro, dopo intervento al tunnel carpale, alla formazione di aderenze e cheloidi:

Può succedere infatti che i tessuti non cicatrizzino bene, che il nervo rimanga imbrigliato in queste aderenze e di fatto il nervo resta compresso e sofferente.

Risultato? Operazione inutile.

2. Inoltre la resezione del LTC crea un quadro di instabilità carpale a causa della mancata stabilizzazione della testa del capitato (osso della mano) e studi dimostrano che potrebbe anche essere la causa della Pillar Pain, l’algodistrofia, causata da una sorta di ingorgo propriocettivo dovuto dal lavoro a vuoto del palmare breve che ha la funzione di tendere il LTC.

  1. I giorni successivi all’intervento possono risultare molto dolorosi.

4. Ed infine il legamento traverso che viene tagliato se madre natura lo ha fatto qualche motivo ci sarà: è stato dimostrato che è fondamentale per rendere stabile il movimento delle piccole ossicino che formano la zona del carpo della mano. La sezione di questo legamento renda quindi le ossa carpali meno stabili e nel tempo può produrre un artrosi precoce alla mano.

C’E’ DELL’ALTRO?

Per qualche settimana non potrai usare la mano, non potrai lavorare e in alcuni casi, a seconda del protocollo dell’ortopedico, saresti proprio immobilizzato con tutore.

RIPETO, NON VOGLIO ESSERE FRAINTESO, NEI CASI PIU’ GRAVI LA SOLUZIONE MIGLIORE E’ ANCORA LA CHIRURGIA!!!

Ma molto spesso si tende a consigliarla con troppa facilità: soprattutto quando in fase iniziale ed intermedia il bisturi può e deve essere evitato.

COME ALLEVIARE SUBITO IL DOLORE

TI DO ANCHE UNA SERIE DI CONSIGLI PRATICI CHE PUOI METTERE SUBITO IN ATTO PER STARE MEGLIO GIA’ DA OGGI!!!

Oltre ai comuni trattamenti farmacologici basati sugli antinfiammatori non-steroidei (FANS), è possibile curare e persino prevenire il disturbo del tunnel carpale con alcuni metodi naturali, vediamo quali sono:

  1. Se la sintomatologia è lieve e dunque ci si trova in presenza di un disturbo non ancora arrivato ad uno stadio avanzato, si può rimediare osservando una serie di semplici accorgimenti, come utilizzare un’attrezzatura da lavoro che aiuti a non stressare i polsi, ad esempio: tastiere speciali, tappetini per i polsi, sedie munite di braccioli, etc.
  2. Prendersi regolarmente una pausa mentre si lavora, soprattutto alle mani, eseguendo leggeri movimenti flessori per sgranchire i polsi, aprire e chiudere la mano per stimolare l’allungamento dei flessori dell’avambraccio.
  3. Se questi semplici rimedi non sono sufficienti ad alleviare il dolore, significa che la sindrome del tunnel carpale è ad uno stadio più avanzato, pertanto occorre fare ricorso a un professionista del settore per un trattamento più approfondito e non esitare a contattare il nostro centro.

IL METODO “NO SURGERY”: UN RIMEDIO NATURALE PER GUARIRE DALLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE

Oramai ti è chiaro che LA CHIRURGIA PUÒ E DEVE ESSERE EVITATA, non ESSENDO immune da COMPLICAZIONI.

E QUESTO NON LO DICE SOLO IL CENTRO RIHABILITA, MA FONTI INTERNAZIONALI…

NOTIZIE DAL MONDO

ORTOPEDICI AMERICANI

Il 29 febbraio 2016 l’AAOS, American Academy of Ortopedic Surgeons, pubblica le nuove guide linea per la gestione dei pazienti affetti da STC sulla base di una revisione della letteratura odierna.

L’AAOS consiglia dunque, in caso di assenza di denervazione, di iniziare con un trattamento conservativo.

UNIVERSITA’ IN SPAGNA

Un altro studio dI una autorevole università spagnola dimostra che i risultati ad un anno di distanza tra intervento chirurgico e trattamento conservativo sono sovrapponibili!

Capito?? Stesso risultato, ma senza le scocciature ed i rischi del bisturi!!!

E NOI…

Anche noi abbiamo contribuito alla ricerca e qualche anno fa abbiamo prodotto un nostro studio e lo abbiamo presentato in una tesi di laurea presso l’università LA SAPIENZA di ROMA.

Risultato?

Molti pazienti che abbiamo trattato per elaborare la tesi hanno avuto benefici enormi dal nostro protocollo riabilitativo!

[sotto puoi vedere il video della nostra tesi]

UN NUOVO APPROCCIO: METODO RIHABILITA “NO SURGERY”

Alla luce dei risultati insoddisfacenti finora espressi dalla chirurgia nel nostro ambulatorio di medicina e fisioterapia RIHABILITA DI APRILIA abbiamo TRATTATO CON SUCCESSO già molti pazienti con un nuovo metodo il NO SURGERY:

UN INSIEME DI TECNICHE DI TERAPIA MANUALE, NEURODINAMICA ed ESERCIZI TERAPEUTICI.

La Neurodinamica in primis è il ramo della Terapia Manuale che si occupa della valutazione e del trattamento della meccanica del movimento del nervo e basa le sue fondamenta su due concetti fondamentali:

  1. la continuità del sistema nervoso (continuum neurale).
  2. la facoltà del nervo di potersi muovere.

Il nervo infatti, durante i movimenti delle articolazioni, scivola longitudinalmente e trasversalmente e modifica la sua tensione, a seconda del movimento eseguito.

Il movimento longitudinale del nervo consente quindi al tessuto nervoso di adattarsi alla variazione del proprio letto durante il movimento degli arti.

Uno studioso di livello mondiale “Moore” ha dimostrato che La ridotta escursione longitudinale del nervo mediano nel canale carpale, con conseguente aumento della tensione neurale, è il dato altamente correlato con la presenza di STC.”

La Neurodinamica, dunque può rappresentare la risposta a problemi di origine meccanica che inevitabilmente incidono nei processi di infiammazione.

Secondo questa teoria dunque è il movimento del nervo e non l’immobilizzazione che ripristina lo scorrimento delle strutture intra ed extra neurali.

E SU QUESTA TEORIA NOI ABBIAMO COSTRUITO IL NOSTRO METODO

IL TRATTAMENTO

Il trattamento consiste in 15 sedute di terapia manuale ed esercizi terapeutici da svolgere in casa nell’arco di 10 mesi:

Guarda la tabella poi la commentiamo insieme:

MESI NUMERO DI SEDUTE MENSILI NOTE
PRIMO 4 Dopo 4 sedute valutazione di sbarramento o proseguimento
SECONDO 4
TERZO 3
DAL QUARTO 2
AL SESTO 1 EMG di controllo

COSA SUCCEDE NELLA PRIMA VALUTAZIONE:

Se hai già diagnosi di Sindrome del Tunnel Carpale ed elettromiografia vado ad eseguire una serie di test con i quali decido se rientri nei pazienti che possono evitare l’intervento o se purtroppo ti devi operare.

Se ancora non hai una diagnosi certa dopo la valutazione ti indirizzerò dallo specialista più idoneo per avere risposte sicure.

Una volta avuta la diagnosi se penso che tu possa trovare benefici dal nostro metodo iniziamo a lavorare.

Le prime 4 sedute si svolgeranno una volta la settimana:

Farò delle tecniche di mobilizzazione, di massaggio e di neurodinamica.

Queste tecniche non saranno eseguite solo sul polso ma in tutti i punti di passaggio del nervo che possono in qualche modo compromettere il suo funzionamento (mano, avambraccio, cervicale torace).

Cosa mi aspetto al termine di queste 4 sedute?

Una riduzione dei sintomi:

Dovrai dirmi che stai meglio: se i sintomi sono diminuiti siamo sulla buona strada e seguiteremo con il nostro protocollo.

Qualora invece i tuoi sintomi non regrediscono affatto interromperemo il lavoro e insieme a te valuteremo di procedere con la chirurgia.

Come vedi un approccio onesto e professionale:

non ti facciamo sprecare tempo e  denaro se capiamo che non rispondi a dovere al trattamento.

Come il più delle volte capita però i risultati positivi ci sono e già dalla 2/3 seduta.

Ed allora tu potresti chiedermi “se sto già meglio con i sintomi dopo un mese perché devo fare tutto il percorso?

Facile:

perché mentre i sintomi si modificano velocemente, il danno che hai procurato ai tuoi nervi no.

Quindi mi devi dare il tempo di lavorare sui tuoi tessuti affinché possano recuperare proprio a livello biologico ed è per questi che ci vogliono 10 mesi.

Ma come hai visto dalla tabella dopo il primo mese gli incontri non saranno così frequenti e sarà fondamentale il tuo lavoro a casa!

UN CASO INTERESSANTE

A tal proposito ti racconto la storia di MARA, una nostra paziente di 37 anni, impiegata, alla quale era stata diagnosticata dal suo ortopedico la SINDROME DEL TUNNEL CARPALE:

Mara si è presentata presso il nostro centro con una elettromiografia che confermava la sofferenza del nervo mediano; inoltre lamentava dolore alla mano mentre lavorava al computer e la notte la mano ed il braccio si addormentavano e davano dolori ancora più forti.

Nella nostra VALUTAZIONE abbiamo riscontrato anche la positività all’ULNT 1, ossia il test che valuta la tensione del nervo mediano e avevamo trovato una tensione nella zona della cervicale bassa.

La nostra paziente già era stata indirizzata all’intervento chirurgico, ma siccome c’era un periodo di attesa di 4 mesi e lei aveva dolori e difficoltà nelle attività di vita quotidiana abbiamo deciso di iniziare il nostro percorso terapeutico per tentare di darle sollievo.

Abbiamo eseguito delle sedute in cui con TECNICHE DI TERAPIA MANUALE ORTOPEDICA, andavamo a mobilizzare le interfacce dove il nervo mediano poteva essere compresso: polso, avambraccio, cervicale, prima costa ed eseguivamo delle mobilizzazioni passive del nervo. Avevamo anche dato degli esercizi da svolgere a casa, fondamentali per avere successo con il nostro approccio terapeutico.

Alla quarta seduta Mara ci ha detto che il dolore  nelle attività quotidiane era diminuito molto e che la notte la mano non si addormentava più. Così abbiamo deciso di continuare con il nostro protocollo.

Al sesto mese l’elettromiografia di controllo ha evidenziato un miglioramento notevole della sofferenza del nervo mediano, abbiamo seguitato con il nostro lavoro una volta al mese e al termine dell’anno l’esame elettromiografico ha riscontrato che i parametri del nervo mediano di Mara erano RIENTRATI NEL RANGE FISIOLOGICO e soprattutto l’intervento chirurgico è stato scongiurato.

CONCLUSIONI

Se diagnosticato in tempo e trattato da specialisti della terapia manuale e della neurodinamica la sindrome del tunnel carpale si può risolvere senza ricorrere alla chirurgia ed evitando tutte quelle complicanze che l’intervento stesso potrebbe causare.

TI ASPETTIAMO PER LA TUA VALUTAZIONE GRATUITA

 

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