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IL COLPO DI FRUSTA

DEFINIZIONE

colpo di frusta-centro-rihabilita

Il colpo di frusta possiamo definirlo come un meccanismo di accelerazione-decelerazione con trasferimento di energia al collo: la causa più frequente in asso
luto sono gli incidenti stradali, seguiti a lunga distanza dai tuffi e altri eventi. Si possono avere lesioni ossee o dei tessuti molli e conseguenti manifestazioni cliniche.

EPIDEMIOLOGIA

I traumi alla colonna vertebrale rappresentano circa il 10% delle accettazioni in pronto soccorso, il 70/75% di questi rappresentano traumi acuti alla cervicale conseguenti a colpo di frusta. Da uno studio canadese risultano ogni anno dai 3 ai 5 incidenti alla cervicale ogni 1000 abitanti.

In Italia abbiamo il più alto numero in Europa di richieste di indennizzo a seguito di incidenti stradali, circa il 66%, segue la Germania con il 40%, la Spagna il 15%, la Francia il 6%, ma questo è un altro argomento e….. Potrebbe portarci facilmente fuori tema.

BIOMECCANICA

Gran parte degli incidenti avvengono per uno scontro antero posteriore tra veicoli, ed in questo evento possiamo distinguere tre momenti ben distinti:

  1. L’IMPATTO: il veicolo urtante che sopraggiunge a velocità maggiore trasferisce energia al veicolo urtato, questa energia che si genera viene assorbita SOLO PARZIALMENTE dalle strutture muscolo legamentose del corpo umano.
  2. INTERAZIONE SEDILE OCCUPANTE: ci vogliono circa 50/50 millisecondi prima che l’energia prodotta dall’impatto si trasferisca al sedile e quindi scosti l’occupante dallo stesso.
  3. CARICHI SULLA TESTA DEGLI OCCUPANTI: essendo il capo e il collo più liberi rispetto al tronco, questo fa sì che all’inizio del movimento del tronco il capo risulti retroposto al tronco (primi 40 millisecondi). Dopo circa 100 millisecondi dall’impatto la testa e il collo subiscono una accelerazione antero-posteriore che può essere anche due volte superiore a quella subita dal veicolo.

LA COSA PIÙ GRAVE È CHE L’ATTIVITÀ MUSCOLARE DI DIFESA NON SI MANIFESTA PRIMA DI 100-125 MILLISECONDI DALL’IMPATTO. È UN RITARDO FATALE DELLA CONTRAZIONE DEI MUSCOLI CHE POSSONO CONTRASTARE LE ENERGIE TRASFERITE DALL’IMPATTO.  INFATTI QUESTO FA SI CHE NON CI SIA DIFESA DAI FENOMENI DI TRAZIONE E COMPRESSIONE CHE LA COLONNA SUBISCE CON L’INCIDENTE.

CLASSIFICAZIONE

Una prima classificazione dei colpi di frusta può essere in base alla PRESENTAZIONE CLINICA DEL PAZIENTE:

GRADO SINTOMI
0 Nessun disturbo
1 Dolore e rigidità cervicale
2 Riduzione di movimento della cervicale, dolorabilita’ localizzata
3 Segni neurologici conseguenti al trauma: riduzione o assenza riflessi tendinei profondi, riduzione della forza muscolare e della sensibilità.
4 Fratture e lussazioni cervicali

Una seconda CLASSIFICAZIONE possiamo farla in base al TEMPO trascorso dal trauma:

GIORNI FASE
Fino a 4 gg Acutissima
4 – 21 gg Acuta precoce
22 – 45 gg Acuta tardiva
45 – 90 gg Subacuta precoce
90 – 180 gg Subacuta tardiva
Oltre i 6 mesi Cronica

FATTORI CONTRIBUENTI

Ovviamente il più delle volte l’entità dei danni al corpo conseguenti ad un incidente stradale sono correlati alla velocità e alla dinamica dell’incidente, ma ci sono fattori preesistenti all’incidente che possono rendere più severe le conseguenze dell’incidente stesso:

  • ETÀ: solitamente i più giovani recuperano più velocemente però sono più predisposti a lesioni midollari e meno a fratture ossee proprio per l’elasticità dei tessuti.
  • ARTROSI: pazienti con artrosi hanno degenerazione delle faccette articolari, osteofiti, restringimento del canale midollare, tutto questo allunga di molto i tempi di recupero.
  • DEGENERAZIONE DISCALE: il fatto che già precedentemente ad un incidente stradale un soggetto abbia una degenerazione discale aumenta il rischio formazioni erniarie o osteofiti.
  • PROCESSI INFIAMMATORI CRONICI: la preesistenza di questi elementi aumenta l’incidenza di fenomeni degenerati e danni neurologici.

ESITI A BREVE TERMINE

SINTOMI % PAZIENTI AFFETTI
DOLORE CERVICALE 95%
CEFALEA 60%
DOLORE SPALLE E ARTI SUPERIORI 50%
PARESTESIE ALLE MANI 10%
DOLORE ALLA SCHIENA 35%
CAPOGIRI 30%
VISIONE SFUOCATA 20%
FOTOFOBIA 30%
AFFATICAMENTO 60%
ANSIA 50%
DEPRESSIONE 45%
IRRITABILITÀ 20%
PROBLEMI DI CONCENTRAZIONE 30%
INSONNIA 35%

ESITI NEL LUNGO PERIODO

Qualche volta alcuni sintomi non emergono subito dopo il trauma ma dopo qualche tempo, fra i più frequenti:

LA NOSTRA PROPOSTA DI TRATTAMENTO

Come al solito per spiegare come a RIHABILITA ,i nostrI centrI di fisioterapia e osteopatia vi raccontiamo la storia di Elena, che da qualche giorno ha terminato con successo un lungo percorso nel nostro studio a causa di un brutto incidente stradale mentre raggiungeva il luogo di lavoro.

Elena si è recata nel nostro centro 4gg dopo il suo incidente, indossava un collare di protezione rigido e portava con se una radiografia e il referto del pronto soccorso. La nostra paziente lamentava: dolori alla cervicale, cefalea, dolori alla schiena e parestesie alle mani, a questo si aggiungeva una sensazione di ansia molto invalidante.

Per costruire il nostro PROGETTO TERAPEUTICO su misura abbiamo fatto visitare Elena dal nostro Fisiatra, Dott. Marco Caligiuri: il nostro specialista dopo una attenta VISITA FISIATRICA ha confermato che in prima battuta dovevamo gestire l’infiammazione delle strutture coinvolte nel trauma; Il dottore ha provveduto somministrando una terapia farmacologica, noi abbiamo lavorato sulla colonna vertebrale della nostra paziente con TECARTERAPIA in ATERMIA, caute mobilizzazioni vertebrali e LASER AD ALTA FREQUENZA nei punti più infiammati.

Da subito ci siamo impegnati non solo nel trattare Elena in studio ma nel consigliarla su alcuni accorgimenti da tenere durante il giorno: le abbiamo spiegato quali sono i meccanismi del dolore a seguito di questi traumi, di non spaventarsi se si sentiva affaticata e se il dolore un giorno sembra diminuire e il giorno dopo torna più forte, per poi diminuire di nuovo. Le abbiamo consigliato di non rimanere troppo tempo sdraiata nel letto e chiusa in casa, ma per quanto possibile di fare delle piccole passeggiate all’aria aperta durante il giorno. Ad una settimana dal trauma abbiamo consigliato, su supervisione del nostro Fisiatra, di non portare tutto il giorno il collare di protezione ma di iniziare a toglierlo.

A 10 giorni dal trauma Elena svolgeva a casa degli esercizi molto delicati per andare a recuperare la mobilità articolare della sua cervicale.

Ad un mese dal trauma siamo entrati nella SECONDA FASE del nostro trattamento: la nostra paziente si recava nel nostro studio una volta la settimana per svolgere una seduta di RIEDUCAZIONE POSTURALE INDIVIDUALE e durante la settimana per due volte si recava in piscina per nuotare.

Ad oggi tutti i sintomi di Elena sono scomparsi, si è trovata così bene in piscina che adesso va tre volte la settimana non più per i dolori ma per mantenere una buona forma fisica.

L’INFORMAZIONE PIÙ IMPORTANTE CHE NON VI ABBIAMO DATO DELLA STORIA  A LIETO FINE E’ CHE ELENA NON HA ANTICIPATO NEMMENO 1 EURO PER POTER SVOLGERE LE TERAPIE NEL NOSTRO CENTRO.

INFATTI TUTTE LE PERSONE CHE SUBISCONO UN TRAUMA E CHE NECESSITANO DI CURE FISIOTERAPICHE SE FANNO SEGUIRE LA LORO PRATICA DAI NOSTRI PARTNER LEGALI POTRANNO SVOLGERE TUTTO IL PERCORSO RIABILITATIVO E NON ANTICIPARE NULLA.

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