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ERNIA DEL DISCO

Introduzione

La nostra colonna vertebrale è formata da 33/34 vertebre di cui 7 cervicali, 12 toraciche, 5 lombari, 5 vertebre sacrali e 4/5 vertebre coccigee.

Le vertebre cervicali, toraciche e lombari hanno tra un corpo vertebrale e l’altro un disco, ossia una sostanza in parte fibrosa (l’anulus) e in parte gelatinosa (il nucleo polposo) che ha la funzione di stabilizzare le vertebre e garantirne la mobilità.

Spesso con il passare degli anni, le posture sbagliate o a seguito di traumi questi dischi ammortizzanti possono andare incontro a degenerazione  o a rottura.

“L’ernia del disco è proprio il risultato della lesione dell’anulus fibroso con relativa dislocazione e fuoriuscita del nucleo polposo in toto o di parte di esso. Al contrario la protrusione è quando c’è un danneggiamento dell’anulus fibroso senza la fuoriuscita del nucleo polposo”.

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Cause e Fattori Contribuenti

  • L’età: tra i 30 e i 50 anni i processi degenerativi e i traumi sul lavoro sono le cause che rendono più frequenti queste patologie.
  • Il sovrappeso è un fattore contribuente in quanto aumenta i carichi che la colonna e i dischi devono sopportare.
  • I lavori pesanti posso favorire i traumi alla colonna.
  • Le posizioni mantenute, come nei lavori sedentari possono alterare la postura e far degenerare precocemente le strutture coinvolte.
  • La sedentarietà: chi fa attività fisica e mantiene i muscoli più tonici ed elastici soffre meno di mal di schiena.

Sintomi

Partiamo dal presupposto che molte persone con ernia al disco o protrusioni non hanno alcun sintomo. Qualche anno fa in America chiesero ad un gruppo di persone dai 20 ai 90 anni che non avevano nessun sintomo alla colonna vertebrale di sottoporsi a risonanza magnetica: i risultati furono eclatanti in quanto molte di queste persone avevano ernie, protrusioni o altre forme degenerative della colonna, ma stavano benissimo.

Ma qualche volta l’ernia del disco si fa sentire e da segnali forti e chiari: solitamente se non c’è nessuna compressione delle radici nervose i sintomi sono dolore e difficoltà nel muovere il tratto della colonna colpito e possiamo parlare di cervicalgia, dorsalgia, lombalgia.

Quando l’ernia va ad irritare le radici nervose che fuoriescono dai lati delle vertebre i sintomi possono irradiare nelle braccia ed in quel caso si parla di cervicobrachialgia o negli arti inferiori e si parla di lombosciatalgia se viene compresso il nervo sciatico o di lombocruralgia se la compressione è a carico del nervo crurale. Quando ci sono queste compressioni sia che riguardino la cervicale o la zona lombare i sintomi sono: addormentamento degli arti, formicolio, bruciore, senso di morsa, alterazione della sensibilità, debolezza muscolare.

Diagnosi

Un medico specialista, quale ad esempio il fisiatra, con una buona visita è in grado di diagnosticare un ernia ed è molto facile averne la conferma attraverso una risonanza magnetica. Nel caso di segni neurologici molto evidenti può essere necessaria una integrazione con l’elettromigrafia: con questo esame si riesce a capire quanto il nervo è sofferente e quali sono i tempi di recupero.

Terapia

Fortunatamente la chirurgia non è la soluzione più frequente. In realtà è molto rara ed è per lo più  obbligatoria in 3 casi:

  • Se l’elettromiografia evidenzia una compressione così grave del nervo che si rischia un danno irreversibile.
  • Se il paziente ha perso il controllo dell’intestino o della vescica.
  • Se dopo 3 mesi di approccio conservativo non si è avuto nessun miglioramento.

In tutti gli altri casi un approccio conservativo attraverso un percorso di fisioterapia è la soluzione migliore.

A tal proposito vi racconto la storia di Sergio, un nostro paziente, impiegato di 43 anni che quest’estate mentre giocava in mare con i figli dopo un movimemto brusco ha sentito una fitta nella zona lombare e dal giorno dopo avvertiva dolore alla schiena, difficoltà nel muoversi e gamba destra completamete addormentata.

Quando si è presentato nel nostro centro il Fisioterapista responsabile ha fatto la nostra esclusiva V.I.P. VALUTAZIONE INTRODUTTIVA PERSONALIZZATA, 32 TEST con i quali analizziamo ogni dettaglio di movimento del corpo umano e avendo riscontrato dei segni neurologici evidenti lo ha indirizzato dal Fisiatra, il quale dopo attenta VISITA lo ha da subito aiutato con terapia farmacologica per ridurre il dolore e l’infiammazione e gli ha prescritto una Risonanza Magnetica ed una Elettromiografia; Intanto ha impostato un primo piano di lavoro fisioterapico.

Abbiamo dato sollievo al nostro paziente con sedute trisettimanali di Tecarterapia e Laser ad alta intensità, dopo 6 sedute, quando Sergio già stava meglio e con la conferma della risonanza abbiamo impostato un programma più dettagliato che escludeva categoricamente la chirurgia.

Infatti la seconda parte del lavoro è stata eseguita da uno dei nostri fisioterapisti specializzati in terapia manuale ortopedica che, con molta cautela, ha mobilizzato la colonna vertebrale per recuperare la mobilità accessoria delle vertebre; contemporaneamente ha utilizzato delle tecniche di allungamento muscolare per  allentare le contratture che si erano formate.

In questo momento il nostro paziente sta eseguendo un percorso di riequilibrio posturale una volta a settimana con il quale stiamo riprogrammando la sua postura e stiamo rendendo il suo corpo più forte e più elastico per tenerlo lontano da eventuali recidive.

Quindi non vi fate spaventare da un ernia del disco, il bisturi in rari casi è la soluzione migliore.

Affidatevi a Fisioterapisti laureati, armatevi di un po’ di pazienza e tornerete a stare bene e a fare quello che vi piace.

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