Osteopatia

QUANDO IL DOLORE ALLA SPALLA E’ RIFLESSO

La terapia manuale osteopatica per risolvere il disturbo

Il nostro corpo è un insieme di relazioni e correlazioni psicofisiche e funzionali.

Partendo da questo dato di fatto, ne deriva che i dolori alla spalla possono essere causati da un trauma o disturbo fisiologico all’articolazione, ma possono altresì dipendere da irradiazioni di altre strutture. In questo caso parliamo di dolore riflesso.

Osteopatia e spalla

Da un punto di vista osteopatico per prima cosa si analizza la spalla controllando la mobilità delle singole articolazioni, lo stato di contrattura dei singoli muscoli, lo scorrimento dei tendini e l’elasticità delle fasce.

Se sono presenti problemi dinamici localmente si interviene con tecniche dirette, si ristabilisce la mobilità fisiologica dell’articolazione e si risolve il problema in breve tempo.

Tuttavia statisticamente il problema principale non risiede mai nella spalla, bisogna ricercare in periferia.

Questo tipo di approccio può sembrare un po’ strano o “alternativo” poiché generalmente quando si presenta un problema alla spalla, si cerca di curare la spalla.

Tuttavia l’esperienza dimostra che un trattamento diretto solo e unicamente alla spalla non dia praticamente mai risultati, neanche a breve termine.

L’unico modo di affrontare e risolvere stabilmente la situazione è di lavorare, oltre che sull’articolazione, anche e soprattutto sulla sua periferia: l’Osteopatia lavora appunto seguendo questa linea metodica.

Non si escludono terapie locali dirette in caso di emergenza ma è bene capire che esse possono costituire solo un rimedio palliativo; per risolvere stabilmente il problema è necessario risalire alle cause primarie e risolverle.

Alcuni esempi di possibili correlazioni con disfunzioni di altre strutture: 

  1. Disfunzione di integrità neurologica alle vertebre cervicali C5/C6. I muscoli interessati sono deltoide, bicipite e sottoscapolare quali punti di irradiazione di disturbi neurologici.
  2. Il cingolo scapolare è in correlazione con il cingolo pelvico ed i visceri;

quindi, per risolvere il problema alla spalla può essere necessario trattare anche il bacino ed i visceri.

  1. La disfunzione della spalla è direttamente collegata alla disfunzione del diaframma.

Causa di entrambi può essere una compressione della vertebra C4, che interessa il nervo

frenico, deputato ad innervare il diaframma.

  1. La periartrite della spalla destra può essere correlata a disturbi epatici. Una mobilizzazione o drenaggio del fegato può risultare efficace per mobilizzare la spalla.
  2. Cavità orale: il pavimento buccale, la lingua e la zona ioidea sono connessi direttamente alla scapola attraverso l’intermediazione del muscolo omoioideo. Disfunzioni osteopatiche di queste strutture creano limitazioni alla libertà articolare dell’articolazione scapolo omerale.

Le disfunzioni di queste parti sono assolutamente trattabili dall’Osteopatia con tecniche dirette e fasciali.

  1. Diaframma e visceri: le disfunzioni osteopatiche del diaframma, il muscolo della respirazione, possono dare dolori profondi alla spalla soprattutto per via riflessa attraverso l’intermediazione del nervo frenico.

L’Osteopatia dispone di tecniche per risolvere i problemi del diaframma, degli organi sottodiaframmatici e del mediastino allo scopo di riequilibrare, oltre al diaframma, la porzione viscerale sopra e sotto diaframmatica.

  1. Bacino: l’osso dell’anca (l’osso del bacino) può, attraverso il muscolo grande dorsale, creare problemi di mobilità all’omero (l’osso del braccio) dando una componente di trazione verso il basso e portandolo fuori asse rispetto alla glena omerale, dove si articola.

In questo caso è necessario riequilibrare il bacino.

  1. Problemi cranio sacrali: frequentemente le disfunzioni della base del cranio o del sacro danno una componente funzionale a livello della spalla. In questo caso è necessario riequilibrare il sistema cranio sacrale.

Non bisogna mai sottovalutare la componente cranio sacrale: è bene ricordare che la funzionalità di questo sistema, benché basata su una mobilità minima, dà gravi ripercussioni sulla dinamica delle grandi articolazioni.

Una corretta diagnosi

Comprendere la causa prima del problema è alla base di un efficace e risolutivo trattamento. L’osteopata fa eseguire al paziente alcuni test di diagnosi; in base alla limitazione del movimento ed al tipo di dolore il medico stabilisce quale gruppo muscolare e/o articolazione è coinvolta. La raccolta di informazioni sullo stile di vita e le abitudini del paziente è altrettanto importante: un dolore potrebbe essere acutizzato da quotidiani movimenti che, nel tempo, peggiorano la situazione (es. in auto, torcere il busto e stressare la spalla per prendere la borsa dal sedile posteriore).

Il trattamento manuale osteopatico

Stabilita la diagnosi, il trattamento manuale osteopatico interessa sia la parte dolente che le zone riflesse, maggiormente indicate per non stressare eccessivamente il corpo. Un trattamento limitato alla zona dolorosa potrebbe rivelarsi controproducente. Sicuramente in presenza di infiammazione con dolore acuto l’osteopata può al massimo cercare una posizione antalgica per dare sollievo al paziente e favorire una posizione di riposo dell’articolazione, che è già terapia. In fase cronica, questa terapia si completa bene con la fango-balneoterapia termale (specialmente in presenza di calcificazioni), massaggi, riabilitazione in acqua termale, specialmente negli esiti post-traumatici e nella riabilitazione funzionale articolare. Per un singolo problema non esiste una singola manovra: sta alla sensibilità dell’osteopata comprendere se il trattamento è recepito dal corpo o se deve tentare con un approccio diverso.

La risposta del corpo

La risposta del corpo al lavoro effettuato dall’osteopata arriva dopo una fase di adattamento del corpo stesso all’input ricevuto, circa 21 giorni.

Casi reali

A titolo esemplificativo riporto il caso interessante di una Paziente di 55 anni che lamentava dolore notturno alla spalla destra da parecchi mesi, con una limitazione funzionale di una ventina di gradi in flessione/abduzione.

All’esame osteopatico presentava una restrizione importante sull’osso zigomatico sinistro e il rene destro in ptosi di I grado (cioè leggermente abbassato).

Il rene per la verità era praticamente adeso al muscolo grande psoas, su cui normalmente scivola, e non aveva possibilità di muoversi se non insieme alla parete muscolare.

Corrette le restrizioni il Paziente ha immediatamente avuto una sensazione di alleggerimento del sintomo doloroso e ha subito guadagnato qualche grado di libertà.

Rivisto a distanza di poco tempo il dolore era scomparso e la spalla molto più libera, anche se non completamente. Ho ritenuto opportuno rivedere ulteriormente questo Paziente altre 2 volte poiché anche se le correzioni effettuate in prima seduta erano state mantenute, il sintomo non era del tutto risolto, a seguito degli altri 2 trattamenti la situazione globale è andata nettamente migliorando, fino alla risoluzione completa.

A titolo informativo il Paziente ha riferito di avere sofferto in passato di forti coliche renali e di avere espulso piccoli calcoli renali per via urinaria.

Il problema principale era localizzato sul rene destro che, attraverso connessioni anatomiche ma soprattutto per via riflessa, andava a creare un disagio meccanico sulla spalla.

Questo spiega l’inefficacia delle numerose terapie mirate alla spalla intraprese in passato.

DOTT. LUCA DAMIANI

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