Fisioterapia Spalla

SINDROME DA CONFLITTO

  • Quando infili la giacca sentì dolore alla spalla?
  • Ti dà fastidio quando allacci il reggiseno?
  • Quando asciughi i capelli senti che la tua spalla è debole?

Potresti avere una SINDROME DA CONFLITTO, una patologia della spalla che se non è presa in tempo ti può portare in sala operatoria.

La sindrome da conflitto è una situazione clinica in cui la cuffia dei rotatori, che sono 4 muscoli della spalla, viene compressa durante il movimento all’interno di un passaggio composto dall’arco coracoacromiale, il terzo anteriore dell’acromion, il legamento coracomerale e l’articolazione acromionclaveare.

La cosa peggiore è che nel momento in cui questi muscoli iniziano ad irritarsi la loro funzione di stabilizzatori di spalla si indebolisce, l’omero durante i movimenti tende a risalire troppo e questo intensifica il processo degenerativo della cuffia stessa.

Altra complicazione può essere la formazione di speroni nel legamento coracoacromiale o sull’acromion che possono portare per sfregamento alla lesione dei tendini della cuffia.

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STADIO 1: EDEMA E INFIAMMAZIONE È una forma ancora reversibile, c’è dolore alla palpazione e di solito c’è dolore sollevando il braccio tra i 60 e i 120 gradi.
STADIO 2: FIBROSI E TENDINITE Si avvertono crepitii durante il movimento, c’è una limitazione nel movimento della spalla sia attivo che passivo.
STADIO 3: SPERONI OSSEI E ROTTURE DEI TENDINI Dolore e difficoltà nel muovere la spalla, diminuzione importante del tono dei muscoli della spalla.


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Quando si ha il sospetto di una SINDROME DA IMPINGMENT, si può anche chiamare così la sindrome da conflitto, bisogna capire bene se ci troviamo di fronte ad un CONFLITTO PRIMARIO O AD UN CONFLITTO SECONDARIO.

CONFLITTO PRIMARIO

Quando il conflitto è primario la causa è una relazione anormale tra i muscoli della cuffia e l’arco in cui deve passare. In questo caso quando un individuo solleva il braccio i tendini della cuffia non hanno uno spazio sufficiente per scorrere e possono irritarsi.

Di solito sono pazienti che hanno più di 40 anni, hanno dolore alla spalla, la sentono debole e fanno fatica soprattutto con i movimenti sopra la testa (tenere il phon, mettere un piatto in alto).

Un bravo fisioterapista o un ortopedico svolgendo dei test ortopedici possono far emergere questi sintomi e quindi diagnosticare questa patologia.

CONFLITTO SECONDARIO

È quando il restringimento dello spazio di scorrimento dei muscoli della cuffia dei rotatori non è reale, ma è causato da una instabilità dell’articolazione gleno omerale o da quella scapolo toracica.

Di solito i pazienti con conflitto secondario sono più giovani e svolgono sport in cui il lavoro delle braccia è predominante: nuoto, pallavolo, tennis.

TRATTAMENTO CONSERVATIVO (guarire senza intervento chirurgico!!!)

Il trattamento conservativo, se il paziente non aspetta troppo tempo dalla comparsa dei sintomi, può essere efficace.

La prima fase delle riabilitazione consiste nel togliere l’infiammazione e nel chiedere al paziente di non svolgere tutte quelle attività che gli procurano dolore. In caso di atleti devono inizialmente interrompere la loro pratica sportiva.

Nel nostro studio RIHABILITA al centro di Aprilia (Latina) agevoliamo questa fase con strumentazioni avanzate di bioingegneria medica quali la TECAR e il LASER ad alta intensità.

Successivamente là mani del terapista con tecniche di terapia manuale ortopedica vanno a recuperare la mobilità accessoria delle articolazioni della spalla, mentre l’atleta inizia a svolgere esercizi in isometria a bassa intensità.

Successivamente l’obiettivo è il recupero di tutto l’arco di movimento attivo senza dolore e  solo in quel momento iniziano gli esercizi di rinforzo attivi isotonici a basso carico e quindi resistenze elastiche.

In questa fase in maniera progressiva inseriamo gli esercizi propricettivi che consento al nostro paziente di controllare meglio il movimento della spalla.

L’ultima fase, soprattutto se trattiamo un atleta la svolgiamo in collaborazione con il preparatore atletico dell’atleta in quanto il ritorno alla pratica sportiva va svolto in maniera graduale.

Come potete notare non abbiamo parlato di tempi, ma di fasi da superare. Questa cosa l’abbiamo fatta volutamente in quanto è difficile stabilire i tempi esatti di recupero che comunque non possono essere inferiori alle 6/8 settimane.

Quindi se vi propongo un trattamento di 10 giorni, magari da svolgere tutti i giorni, evitate di perdere tempo e denaro. La natura deve fare il suo corso, guidata dalle mani sapienti di fisioterapisti laureati.

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