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Pubalgia – Sintomi e Soluzioni

PUBALGIA

Accusi da tempo un dolore a livello del pube, del basso addome o nella regione adduttoria?

Potrebbe trattarsi di pubalgia.

Ma che cosa si intende per Pubalgia?

Intanto se non mi conosci lascia che mi presenti…

Mi chiamo LUCA DAMIANI, sono un osteopata e fisioterapista e da anni aiuto pazienti con dolori neuro – muscolo – scheletrici, lo faccio insieme agli oltre 40 professionisti del Network Rihabilita, una rete di centri nel Lazio specializzati in Fisioterapia, Osteopatia e Medicina Riabilitativa.

Negli anni ci siamo focalizzati in percorsi di cura naturali, perché siamo contrari sia all’abuso di farmaci che alla chirurgia come prima soluzione!

Dal 2021 le nostre strutture, per l’alta competenza dei nostri professionisti, sono state selezionate dall’Università Sapienza di Roma come sede di tirocinio per gli studenti in fisioterapia.

Ma veniamo all’argomento di oggi…. LA PUBALGIA!

PUBALGIA: DEFINIZIONE

Etimologicamente Pubalgia significa dolore al Pube.
Per cui racchiude una grandissima varietà di problematiche della regione Addomino-pubo-adduttoria, con origine e quadri clinici anche molto diversi tra loro.

Sostanzialmente è una tendinopatia (o tendinite) dovuta ad infiammazione dei tendini dei muscoli adduttori (nell’80% dei casi), dello psoas o del retto dell’addome.

Per capire quindi “come curare la pubalgia”, è necessario individuare per prima cosa la causa.

Quindi una diagnosi accurata per scegliere il Percorso di terapie adeguate: (questa regola vale per qualsiasi patologia).

In prevalenza colpisce gli sportivi e le donne in gravidanza, ma ne possono soffrire anche molte altre persone che non rientrano in queste due categorie.

Il dolore all’inguine in sede retto-adduttoria può estendersi al testicolo. Imbarazzante, insopportabile e, per certi sportivi agonisti, talvolta invalidante.

PUBALGIA: LE CAUSE

Le possibili cause sono circa 70 (tra cui problemi a livello viscerale, artrosi all’anca, lesioni muscolari, ernia inguinale, etc…).

In gran parte dei casi, però, il diretto responsabile è il sovraccarico funzionale, cioè causata da microtraumi ripetuti nel tempo e da allenamenti in condizione di affaticamento dello sportivo, da patologie muscolari e tendinee, da patologie ossee e articolari o da patologie infettive e tumorali.

Il dolore nella pubalgia è localizzato spesso a livello dell’inguine, del pube e/o all’interno della coscia, in genere si presenta al risveglio e nei

primi minuti di movimento, per poi scomparire con il riscaldamento muscolare.

Progredendo nelle fasi della patologia, nello sportivo, il dolore tende ad aumentare soprattutto durante gli scatti e i bruschi cambi di direzione.

ANATOMIA PUBE

Il pube è il crocevia e il punto d’inserzione di potentissimi muscoli (grande retto dell’addome, obliqui e trasversi e tutti gli adduttori della coscia) che si organizzano in catene muscolari, è, inoltre, punto di inserzione, attraverso numerosi legamenti, di diverse strutture viscerali (vescica, utero, cordone spermatico, prostata).

Per la particolare forma e topografia anatomica nel pube vengono a scaricarsi le iperpressioni che provengono dalle catene muscolari ascendenti e discendenti sia durante la deambulazione sia in ortostasi.

COME SI FA LA DIAGNOSI DI PUBALGIA?

Un’attenta e corretta diagnosi di pubalgia da parte di un medico specialista, quale può essere un fisiatra o un ortopedico, aiuta a capire quale sia la cura migliore per la tua pubalgia.

È molto importante un’attenta anamnesi del paziente, un esame obiettivo generale con la somministrazione di test clinici e la consultazione di immagini radiologiche, quali:

  • ●  Radiografia, che mette in evidenza eventuali fratture o alterazioni del pube, del bacino o del femore;
  • ●  Ecografia, si dimostra importante per escludere la presenza di un’ernia inguinale e può mettere in evidenza zone di flogosi o ematomi;
  • ●  Risonanza magnetica, si dimostra l’esame di elezione perchè può dare informazioni dettagliate sia sulla situazione ossea, che sulle strutture muscolari e tendinee.C’è da verificare anche il grado della sintomatologia dolorosa che va da 0 a 3 gradi (dal dolore che compare solo dopo uno sforzo eccessivo fino all’infiammazione cronica dei tendini con eventuali calcificazioni).Possiamo dividere le pubalgie in 2 grandi categorie:
  • ●  la pubalgia acuta / traumatica
  • ●  la pubalgia cronica

La pubalgia acuta può comparire in seguito ad un trauma della sinfisi pubica, ma per fortuna un trauma diretto alla sinfisi non è, poi, così frequente.

È più probabile, invece, che essa si manifesti per altri motivi. Una caduta sui piedi, per esempio, può comportare che le forze di contatto col suolo siano asimmetriche, provocando così l’innalzarsi di una branca pubica più dell’altra e quindi un movimento a “forbice” del pube, coinvolgendo in modo non fisiologico i legamenti pubici.

Oppure ancora, si può verificare una eccessiva tensione dei muscoli adduttori, a causa di un movimento contrastato da opposizione sull’arto inferiore. Questi stress possono deteriorare le inserzioni muscolari e i numerosissimi legamenti che interessano il pube e creare disfunzioni.

Nella patologia cronica, invece, possiamo ritrovare il pube adattato ad uno schema funzionale alterato.
Quindi il pube, in questo caso, non è in nessun modo la causa della pubalgia.
La sinfisi pubica (l’articolazione tra le due branche pubiche) ha un importante ruolo nell’ammortizzamento del peso che si scarica dall’alto verso il basso in direzione dei femori e quindi a terra.

È una sorta di “valvola di sfogo” su cui si scaricano le forze eccessive che non riescono ad essere incanalate verso le articolazioni sacro-iliache e quindi verso gli acetaboli delle anche. La compromissione della meccanica della colonna vertebrale e del bacino pertanto condiziona in maniera importante il lavoro delle branche pubiche.

Nel senso che se il bacino è fuori asse le forze in arrivo dall’alto invece di scaricarsi in prevalenza sulle anche e sui femori andranno a scaricarsi sulla sinfisi pubica provocando un’infiammazione cronica.
Questo inoltre va a compromettere la funzione dei muscoli adduttori che si inseriscono a livello pubico.

Le cause più comuni che permettono l’instaurarsi della pubalgia possono essere:

  • ●  la riduzione di mobilità del bacino o di un emi-bacino con riduzione di mobilità in senso opposto della sinfisi;
  • ●  il conflitto tra adduttori potenti e addominali deboli, dove gli uni tirano in un senso e gli altri nel senso opposto, sino al manifestarsi della sofferenza sia nei muscoli che nei loro tendini, con possibili irradiazioni nelle zone vicine, tra cui lo scroto;
  • ●  la disfunzione articolare dell’anca, ginocchio, caviglia/piede;
  • ●  la riduzione della mobilità vertebrale con compensi adattavi all’osso sacro e albacino;
  • ●  i microtraumi ripetuti nel tempo specialmente in giovane età, intensamente e suterreni duri;
  • ●  l’esagerazione della lordosi lombare;
  • ●  le contratture antalgiche al quadricipite femorale/muscoli adduttori;
  • ●  le disfunzioni del sistema cranio – sacrale in particolar modo negli sport dove si colpisce la palla con la testa parecchie volte;
  • ●  le aderenze cicatriziali nella zona pelvica o nelle regioni che la influenzano;
  • ●  disfunzione osteopatica viscerale degli organi sopra pubici.

COME SI TRATTA LA PUBALGIA

Una volta diagnosticata la pubalgia, per prima cosa bisognerà ridurre l’attività fisica e agonistica, specialmente quando il movimento peggiora ulteriormente l’infiammazione e quindi la sintomatologia.

Nella fase acuta (che può durare dai 15 ai 25 giorni), il medico prescriverà una terapia conservativa che prevede:

    • ●  Riposo, ovvero sospensione delle attività responsabili del dolore. Ciò non vuol dire che bisogna stare immobili, anzi è preferibile mantenere le strutture eseguendo movimenti senza dolore il prima possibile;
    • ●  Applicazione di ghiaccio 2-3 volte al giorno (20 minuti al massimo ciascuna);
    • ●  Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e analgesici ad uso orale;
    • ●  Terapia infiltrativa locale a base di cortisone, nei casi più complessi;
    • ●  Fisioterapia e Riabilitazione.Sarà importante intraprendere un percorso interdisciplinare di fisioterapia, osteopatia e di ritorno allo sport, per ottenere una guarigione completa.Questo percorso terapeutico è articolato in diverse fasi:

Prima fase

La prima è quella del controllo del dolore e dell’infiammazione in cui vengono utilizzati trattamenti con elettromedicali tra cui:

● crioultrasuoni ● laserterapia ● tecarterapia ● onded’urto

Seconda fase

Seconda, che può iniziare già durante la terapia strumentale è quella del trattamento osteopatico.

Attraverso test specifici di osservazione e palpatori, l’osteopata può capire la causa o le cause che hanno determinato la disfunzione osteopatica di pubalgia.
Il trattamento osteopatico, anche per le pubalgie più problematiche, può contribuire notevolmente ad alleviare, risolvere, la pubalgia.

Lavorando su l’asset posturale e sul bilanciamento delle tensioni. Lavorando sulle cause e non solo sul sintomo della patologia attraverso un approccio più olistico, l’osteopata cercherà di prevenire spiacevoli recidive e di mantenere lo stato di salute del paziente

Terza fase

il fisioterapista penserà ad un iter riabilitativo adatto alla tua storia clinica e basato su tecniche di terapia manuale, manipolazione fasciale ed esercizi di riabilitazione funzionale/recupero muscolare mirati sulle possibilità del singolo paziente.

Fino a riportarlo all’attività sportiva praticata.
Generalmente il trattamento per pubalgia in genere prevede:

  • ●  rinforzodellamuscolaturaaddominalesoprattuttodelretto addominale
  • ●  allungamentoerilassamentodegliadduttoridellacoscia
  • ●  rinforzodegliadduttoridellacosciaconesercizieccentricieconcentrici
  • ●  rinforzodegliaddominali
  • ●  riabilitazionepropriocettivaperlastabilitàel’equilibrio
  • ●  eserciziperlacoordinazione
  • ●  esercizidiallungamentodellacatenacineticaposterioreconlarieducazione posturale
  • ●  rinforzosinergicodellamuscolaturaaddominale,adduttoriaelombare, andando così a rinforzare il core stability, cioè il controllodel tronco.
  • ●  Allungandolopsoas.
  • ●  Allenamentopropedeuticoperladisciplinapraticata
  • ●  AllenamentospecificoperladisciplinapraticataRaramente, nei casi gravi, si ricorre all’intervento chirurgico finalizzato alla pulizia del tendine interessato o alla cura della sindrome della guaina femorale per stiramento del nervo perforante.Consigli utili per la prevenzioneTi lascio qualche consiglio sia per prevenire la pubalgia sia per evitare recidive:
  • ●  controlla le condizioni delle scarpe durante l’attività fisica,
  • ●  utilizza calzature adeguate e non consumate
  • ●  mantieni un peso forma per evitare un sovraccarico eccessivo;
  • ●  riscaldati adeguatamente prima dell’allenamento;
  • ●  inizia le nuove attività gradualmente, senza esagerare;
  • ●  pratica stretching al termine di ogni sessione evitando di eseguireallungamenti in modo scorretto, violento, a freddo o con i muscoli contratti.Ricorda che bisogna sempre mantenere un buon equilibrio tra la capacità muscolare e l’elasticità, per svolgere l’attività fisica e prevenire le tendinopatie o tendiniti in generale.

Sei vicino ad uno dei centri del Network Rihabilita?

Prima di salutarti ti ricordo che se hai un dolore neuro-muscolo-scheletrico, hai dei dubbi, non sai da dove partire per recuperare salute e benessere presso i nostri centri è possibile fare un CONSULTO GRATUITO, con i nostri fisioterapisti. Lo scopo è proprio quello di ascoltare la tua storia, fare un’attenta valutazione fisica e consigliarti il percorso più efficace da intraprendere per tornare a stare bene!

A presto!

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