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DOLORE FEMORO ROTULEO

DOLORE FEMORO ROTULEO

Abbiamo visto nel DOSSIER “DIETRO IL RUNNING” di un mese fa quali erano le patologie più ricorrenti nel RUNNING e avevamo osservato come il DOLORE FEMORO ROTULEO colpisca il 24% dei runners uomini e quasi il 30% delle donne.

Oggi cerchiamo di approfondire questa patologia, visto che la mezza maratona ROMA – OSTIA si avvicina e vogliamo che i nostri atleti ottengano i risultati migliori.

ANATOMIA

La rotula ha la forma di un cuneo è composta da una faccetta mediale, una laterale e una cresta centrale. La cartilagine di questa articolazione tra femore e rotula è la più spessa di tutte le articolazioni (questo già ci dice di quanto sia predisposta a carichi notevoli). Quando muoviamo il ginocchio, camminando, correndo o salendo per le scale la rotula si muove davanti al femore e questo permette di mantenere il corretto equilibrio geometrico dell’articolazione.

EZIOLOGIA (le cause)

Non sempre è facile individuare la causa del dolore in questa parte del corpo ed infatti in alcuni casi si parla di DOLORE IDIOPATICO (è il temine medichese per dire “non ne conosciamo la causa”). Altre possibili cause possono essere TRAUMI, ROTULA MAL ALLINEATA E INSTABILITÀ.

FEMORO ROTULEO

  1. TRAUMI: tanti atleti che soffrono di questo dolore al ginocchio hanno subito nel passato traumi diretti alla rotula: questi traumi possono aver lesionato l’osso subcondrale e la cartilagine articolare tanto da generale un dolore. La rotula può lussarsi o sublussarsi a seconda che esca totalmente o parzialmente dall’articolazione e anche questo tipo di infortunio danneggia IL RETINACOLO e la muscolatura limitrofa (ad esempio IL VASTO MEDIALE). Fattori predisponenti alla lussazione sono: la posizione della rotula più alta del normale, lassita’ legamentosa, un angolo di lavoro tra femore e tibia (ANGOLO Q) aumentato.
  2. ANOMALIE DI ALLINEAMENTO: molti autori sostengono che l’instabilità rotulea sia la causa più frequente di DOLORE FEMORO ROTULEO. Le alterazioni femororotulee sono molto comuni nella popolazione generale, e i sintomi correlati all’apparato estensore del ginocchio rappresentano il disturbo più frequente nelle patologie indotte dall’attività sportiva. Circa il 30% di tutte le lesioni da sovraccarico si riferisce al ginocchio e il 35% coinvolge l’apparato estensore. In attività che impegnano gli arti inferiori in modo energico, quali la corsa, i salti o la ginnastica possiamo arrivare anche al 75%. L’INSTABILITÀ ROTULEA e il MAL ALLINEAMENTO sono fattori predisponenti per le patologie femororotulee. La stabilità passiva dell’articolazione femororotulea dipende dalla geometria delle superfici articolati della troclea e della rotula. L’anatomia della gola intercondiloidea, soprattutto nella porzione prossimale della superficie articolare della troclea, è importante per la stabilità della rotula quando l’articolazione è bloccata in estensione. Altri stabilizzatori passivi dell’articolazione femororotulea sono i retinacoli laterale e mediale, traverso e longitudinale, attivi durante i movimenti di flessione ed estensione sia in carico sia senza. Anche il tendine rotuleo possiede azioni stabilizzatrici, infatti agisce come un legamento stabilizzando la rotula, per trazione prossimale, e agisce come tendine del muscolo quadricipite tramite l’interposizione della rotula. La stabilità attiva della rotula è controllata dal quadricipite: il vasto mediale obliquo esercita una trazione mediale, retto femorale e vasto intermedio fanno una trazione assiale sulla rotula. L’angolo del quadricipite (ANGOLO Q) è l’angolo formato tra le linee condotte attraverso gli assi longitudinali del muscolo retto del femore e del tendine ROTULEO. Queste linee si incontrano al centro della rotula. Quando l’ANGOLO Q è aumentato, la contrazione del quadricipite causerà una trazione anomala della rotula.

SINTOMIE SEGNI

  • Dolore diffuso a carico della regione anteriore del ginocchio e posteriormente alla rotula durante l’esercizio o sotto carico, come sedersi con ginocchio piegato.
  • Dolore aumenta soprattutto nella corsa in discesa o nello scendere le scale.
  • Si avvertono dolori e rigidità alzandosi in piedi dalla posizione seduta (SEGNO DEL CINEMA).
  • Quando ci si accovaccia aumenta il dolore.
  • Può essere presente dolore alla palpazione della rotula.
  • La regione del ginocchio può risultare leggermente gonfia.

COME AFFRONTARE IL PROBLEMA

Al solito, e senza voler essere ripetitivi, è fondamentale per risolvere un problema neuro muscolo scheletrico una VALUTAZIONE MOLTO ATTENTA. A tal proposito vi racconto la storia di Giovanni, runner amatoriale di 38 anni. Il nostro amico si allena dalle 4 alle 5 volte la settimana e di solito la domenica è in giro per l’Italia in cerca di gare. È giunto da noi qualche mese fa lamentando un dolore al ginocchio che è sorto dopo un allenamento svolto lungo un percorso in cui c’erano molte discese da affrontare. Da quel giorno il dolore non lo ha più abbandonato, anzi è andato man mano aumentando nelle sessioni di allenamento e quando si è presentato anche in casa semplicemente scendendo le scale ha deciso di rivolgersi a noi.

Giovanni nel suo racconto ha fatto emergere tutti i sintomi che abbiamo elencato nel paragrafo precedente: dolore alla palpazione, un leggero gonfiore, sofferenza che aumentava in discesa e nello scendere le scale. Durante la valutazione posturale abbiamo notato un ANGOLO Q aumentato e il piede atteggiato in IPERPRONAZIONE. La rotula sottoposta ad azione di contrazione del quadricipite tendeva ad uno spostamento in lateralita’. I test muscolari hanno evidenziato un notevole deficit di tono del MEDIO GLUTEO, muscolo molto spesso sottovalutato ma fondamentale nel controllo della stabilità della rotula soprattutto nella fase di appoggio monopodalico. Giovanni portò con se una radiografia del ginocchio dalla quale si evinceva una condropatia femororotulea di grado medio.

A questo punto avevamo le idee chiare per PROGETTARE il piano di recupero del nostro atleta, che consisteva di 3 FASI ben distinte:

  1. TOGLIERE L’INFIAMMAZIONE.
  2. MIGLIORARE MOBILITÀ ACCESSORIA DEL GINOCCHIO.
  3. RINFORZARE I MUSCOLI INDEBOLITI.
  4. PROTEGGERE LA DEGENERAZIONE DELLA CARTILAGINE.

Inizialmente abbiamo chiesto a Giovanni di non allenarsi, ma che se voleva poteva mantenere la sua efficienza cardiovascolare nuotando in piscina usando solo gli arti superiori. Al ginocchio per due settimane sono state fatte applicazioni di TECARTERAPIA E LASER AD ALTA INTENSITÀ per ridurre il dolore al ginocchio. Dalla seconda settimana con le tecniche di TERAPIA MANUALE ORTOPEDICA abbiamo migliorato la mobilità accessoria (gli scivolamenti) delle articolazioni del ginocchio e soprattutto in maniera graduale abbiamo usato delle TECNICHE IN COMPRESSIONE sulla rotula che se usate con la dovuta cautela sono eccezionali per migliorare la mobilità della rotula. Da subito abbiamo insegnato a Giovanni esercizi isometrici per rinforzare la muscolatura della gamba senza sovraccaricare il ginocchio.

Dalla terza settimana è iniziata la FASE 3: rinforzo della gamba aumentando man mano i carichi di lavoro e rendendoli sempre più funzionali alla corsa. In questa fase abbiam usato tecniche di bendaggio con kynesio tape per rendere l’assetto della rotula più stabile e funzionale.

Nella quarta settimana l’atleta ha iniziato a correre sul tapiroulant.

Dopo un mese di lavoro intenso Giovanni era pronto, in maniera graduale a riprendere i suoi ritmi di allenamento ma avevamo la necessità di proteggere la cartilagine del suo ginocchio.

In accordo con il nostro ortopedico abbiamo deciso di procedere con INFILTRAZIONI DI ACIDO IALIRONICO, che hanno proprio lo scopo di creare una pellicola che va a simulare il lavoro della cartilagine e quindi a proteggere quella che è rimasta.

E GIOVANNI?!

il nostro ha oramai ripreso i suoi allenamenti sta preparando la sua partecipazione alla MEZZA MARATONA ROMA OSTIA 2017, almeno due volte a settimana dedica una mezz’ora a svolgere gli esercizi che gli abbiamo dato per mantenere la stabilità delle sue ginocchia e ogni venti giorni circa viene a trovarci per un MASSAGGIO DI SCARICO della sua muscolatura.

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